A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Arturo Minervini, conduttore di 16Napoli su 8 Channel. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Come risponde a chi, non solo tra gli addetti ai lavori ma anche tra i tifosi, si è mostrato preoccupato per la sconfitta del Napoli contro l’Arezzo?
“Davvero solo chi non ha mai visto un ritiro in vita sua può essere preoccupato per una partita del genere. Bastava guardare le immagini, diventate anche virali: i giocatori azzurri facevano fatica persino a salire le scale! Il Napoli sta facendo carichi di lavoro pesantissimi, era evidente. Di fronte c’era un Arezzo con tutta la voglia di mettersi in mostra. Siamo a una fase embrionale, fa quasi ridere chiamarle partite. Sono amichevoli nel vero senso della parola, servono solo per mettere minuti nelle gambe. Una cosa interessante è che il Napoli ha preferito giocare con una squadra di livello medio, sapendo che si poteva anche perdere, piuttosto che affrontare le rappresentative locali del Trentino, che giocano col massimo entusiasmo e magari ti fanno anche male. Un test più probante, insomma. Criticare il Napoli dopo la sconfitta con l’Arezzo, significa non avere la giusta prospettiva. Ad esempio, quello che si è detto su Mazzocchi è stato davvero vergognoso. Ha sbagliato, ok, ma può capitare a chiunque. De Bruyne, che è un fenomeno, si è mangiato due gol davanti alla porta e nessuno ha messo in dubbio il suo valore. Detto questo, mi è piaciuto molto vedere Neres giocare a destra. Mi sembra una chiara indicazione della volontà di Conte. Lo scorso anno, per necessità, era stato spesso messo dall’altra parte, ma a destra può essere devastante. Il ragazzo deve giocare, e mi fa piacere che sia l’allenatore sia la società stiano puntando su questa soluzione. Ho notato anche dei movimenti interessanti sulla fascia destra, con Di Lorenzo e Zanoli. Sono piccoli segnali di novità tecnico-tattiche che Conte sta inserendo. Lui stesso ha detto: ‘Quando non ho allenato, ho studiato tantissimo’. Sono certo che non si sia fermato allo scudetto: aggiungerà nuove idee, e questa è una garanzia per il Napoli.”
Una cosa che incuriosisce molto è la collocazione di Lorenzo Lucca nel sistema di gioco di Antonio Conte. Quali caratteristiche lo avvicinano al prototipo di attaccante di Conte? E quali, invece, gli mancano?
“Secondo me Lucca è una specie di Lukaku più snello, più agile, più alto e anche più forte nel gioco aereo. Quello che gli manca è il gol sporco. I gol che ha fatto quest’anno sono tutti belli: di testa, al volo, grande coordinazione. Nonostante l’altezza, è molto tecnico. Però deve aggiungere la cattiveria sotto porta, la capacità di segnare anche quelli facili. Lukaku, con l’esperienza, è diventato forte proprio in questo: ha segnato tanti gol semplici perché era sempre al posto giusto. Lucca ha un grande potenziale, lo seguo da tempo anche per il fantacalcio (lo ammetto!). È un profilo che mi ha sempre incuriosito, non perché Simeone non sia bravo, ma perché avere Lucca mezz’ora in campo ti dà soluzioni diverse: la palla alta, la sponda, il duello fisico. Per me è forte, forte. Poi magari mi sbaglierò e mi beccherò i pomodori, ma lo dico: ci credo.”
Veniamo alla vicenda legata a Vanja Milinković-Savić: ritiene che si possa chiudere positivamente per il Napoli?
“Sì, la strada sembra tracciata. Ngonge, al contrario, stamattina stava facendo le visite mediche a Torino. È vero che ufficialmente le due operazioni sono slegate, ma secondo me, nei fatti, un legame c’è, anche guardando alle cifre in gioco. Parliamo di un portiere che farà discutere nei prossimi mesi: per il talento che ha, per la scelta fatta e per l’investimento del Napoli. Giocherà titolare? Sarà il vice? Si alterneranno? Magari uno farà la Champions e l’altro il campionato? Non lo so. Però, se Conte dice ‘prendete Milinković-Savić’ e De Laurentiis spende 22 milioni per prenderlo, allora significa che sarà un portiere importante. Non è credibile pensare che sia solo per la Coppa Italia. Anche perché il Napoli ha preso Ferrante a parametro zero: era già coperto. Poi oggi i portieri sono diventati specialisti: ci sono partite in cui serve costruire dal basso, altre in cui ti serve un portiere che sappia lanciare lungo. In questo, Milinković-Savić può dare qualcosa in più. Chapeau a Conte, perché si sta occupando anche di questi dettagli. E saperli gestire sarà fondamentale.”
La presenza di Milinković-Savić potrebbe riportare Meret a quello stato di ansia che aveva già vissuto ai tempi della convivenza con Ospina?
“Dall’esterno la sensazione è quella: sembra un ragazzo che non ha una personalità fortissima. Ma poi parli con chi lo conosce e ti dicono il contrario: che ha carattere, che ha fiducia nei suoi mezzi. Certo, tutti – anche gli ex calciatori – ti diranno che in porta deve esserci un numero uno fisso. In tutti gli altri ruoli va bene la concorrenza, ma il portiere deve sentirsi titolare, deve avere fiducia da parte di tutti. Però c’è anche l’altra faccia della medaglia. Il Napoli ha scelto di rinnovare il contratto di Meret sapendo – probabilmente già con certezza – che avrebbe preso un altro portiere. Quindi immagino che questo discorso sia stato fatto anche con lui. Se Meret ha accettato di restare, significa che non teme la concorrenza, o comunque che ha scelto di restare per giocarsela. E io spero davvero che sia così.”
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