Stadio nell’ex “Caramanico” il piano di De Laurentiis per la sua costruzione. Il progetto

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Stadio, il piano di De Laurentiis: progetto per costruirlo nell’ex “Caramanico”

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«La Ssc Napoli ha trasmesso alla Zes unica istanza di Protocollo avente ad oggetto: “Progetto di fattibilità del Nuovo stadio per la Ssc Napoli Spa sito in Napoli”». L’area dove l’impianto dovrebbe sorgere è quella orientale, nella zona del Caramanico vicinissima al Centro direzionale dove un tempo c’era l’ex macello che confina con Poggioreale. Dove ci sarà in un paio di anni anche la fermata della linea 1 della Metro. Idea che sembrava finita su di un binario morto quando il Comune guidato dal sindaco Gaetano Manfredi proprietario dei suoli, la bocciò non più di tre mesi fa. L’istanza però è stata presentata questa volta alla Zes – Zona economica speciale il Coordinatore è Giosy Romano – che sta in capo alla Presidenza del Consiglio. E per i progetti all’interno della Zes, è previsto un regime di “Autorizzazione unica”, che semplifica e velocizza le procedure. Questo regime sostituisce molti dei titoli abilitativi che sarebbero necessari in assenza della Zes. Nella sostanza, in teoria e anche nella pratica, il regime di “Autorizzazione unica” può superare il no del Comune e la stessa questione della proprietà dei suoli. La Zes oltre a semplificare al massimo le procedure è una opportunità per chi investe perché la tassazione è agevolata, basta pensare al “Credito di imposta”.

Il progetto

Poco trapela sul progetto, tre però dovrebbero essere i punti fermi: l’area individuata, un impianto da 65mila posti e un investimento che si aggirerebbe come minimo sui 250-300 milioni. In Europa impianti simili sono costati anche oltre il miliardo, il costo dipende da tantissimi fattori. E da cosa poi si vuole mettere all’interno dell’impianto. Tant’è il tema sono le procedure velocissime tanto che è già stata fissata per il 4 settembre la risposta della Zes. In mezzo però ci sono dei passaggi che vale la pena ripercorrere. «La Zes può richiedere al proponente eventuale documentazione integrativa, necessaria allo svolgimento dell’istruttoria» e questa eventualità potrebbe comportare l’allungamento dei tempi dell’autorizzazione fino a un mese. Se le integrazione non dovessero arrivare entro il termine prestabilito, l’intero procedimento verrà dichiarato decaduto. Il timing della Zes è serrato. «Il termine perentorio entro il quale tutte le Amministrazioni coinvolte devono rendere le proprie determinazioni è di 45 giorni dalla notifica». Poi il paragrafo che interessa di più Palazzo San Giacomo. «Contro la determinazione motivata conclusiva della conferenza di servizi può essere proposta opposizione dalle amministrazioni. Si considera in ogni caso acquisito l’assenso senza condizioni delle amministrazioni che non abbiano partecipato alla riunione ovvero, pur partecipandovi, non abbiano espresso la propria posizione».

 

Fonte: Il Mattino

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