Izzo, cancellata definitivamente la condanna, fu raggirato
Venne “tratto in inganno”. Invitato al cospetto di boss di camorra e di altri faccendieri, come in una trappola. Non prese soldi sotto banco, provò a tenersi fuori da ogni possibile tentativo di condizionare l’andamento di una partita. Anzi, a scanso di equivoci, mise le mani avanti: “Io quella partita non la gioco, ho problemi fisici, non entro in campo“.
Come si legge sulle pagine de Il Mattino, sono questi i motivi che hanno spinto i giudici della Corte di Appello ad assolvere Armando Izzo.
Una vicenda nota, la sua, sulla quale bisogna fare chiarezza. Alla luce delle motivazioni firmate dai giudici (presidente Giovanni Carbone, a latere Alberto Maria Picardi e Allegra Migliorini), che hanno ribaltato quella che era la condanna di primo grado.
Izzo infatti, condannato dal Tribunale di Napoli a 5 anni, ha ottenuto l’assoluzione lo scorso marzo. Lo stesso calciatore spiega oggi: “Ho sempre ribadito la mia correttezza dentro e fuori dal campo e ho sempre creduto nella giustizia, anche alla luce del lavoro svolto in questi anni dai miei avvocati“.
Confermata invece la condanna a Umberto Accurso e Salvatore Russo che avrebbero messo a disposizione dei soldi sporchi da puntare sulla sconfitta dell’Avellino e del Modena
