In occasione dell’anniversario del primo contratto firmato da Diego Armando Maradona con il Napoli, datato 30 giugno 1984, è stato inaugurato un nuovo murales sulla parete esterna dello Stadio Maradona. L’opera, intitolata “Napoli 4 Gaza”, celebra il quarto Scudetto degli azzurri ma soprattutto racconta una storia di solidarietà e fratellanza che unisce Napoli alla Striscia di Gaza attraverso il linguaggio universale del calcio.
Il murales nasce all’interno di un progetto di collaborazione tra due realtà di calcio popolare: lo Spartak San Gennaro, squadra giovanile napoletana attiva nei quartieri storici con una forte vocazione sociale, e l’Al Haddaf Football Academy, realtà che opera con bambini e ragazzi a Beit Lahia, nel nord di Gaza. Un gemellaggio che dura da nove mesi e che, tra allenamenti condivisi e scambi culturali, ha saputo superare barriere geografiche e politiche per diventare simbolo di inclusione e resistenza.
La scelta del luogo non è casuale: lasciare un segno permanente sulle mura dello stadio intitolato a Maradona – da sempre icona dei diseredati e sostenitore della causa palestinese – è un gesto carico di significato. Per lo Spartak San Gennaro, che si allena da anni senza un campo proprio, è anche una rivendicazione del diritto allo sport per tutti e tutte, e della necessità di spazi pubblici accessibili.
L’opera, realizzata da attivisti e sostenitori del calcio popolare, non è soltanto una celebrazione sportiva, ma un vero e proprio manifesto visivo. Richiama l’idea di un calcio impegnato, capace di farsi portavoce di battaglie sociali e solidali. Il murales è anche un omaggio alle vittime del conflitto a Gaza, una dedica alla memoria di chi ha perso la vita sotto i bombardamenti e alla resilienza di un popolo che continua a resistere.
“Napoli 4 Gaza” non è solo arte urbana: è un atto politico e collettivo, una testimonianza tangibile di come lo sport possa essere uno strumento potente di connessione e impegno civile.

Fonte: Il Mattino
