Il caso Osimhen: era un eroe. Ma ormai è un reietto
Era un eroe. Ma ormai è un reietto. Tra bronci e inquietudini, Victor Osimhen è ancora qui. Non se lo aspettava nessuno. Il Napoli per primo. Da domani ancora in busta paga: per l’esattezza, ogni settimana che passa da adesso, il Napoli sborserà 193mila euro. Lordi. Per l’enfant prodige che, a un certo punto, ha girato le spalle.
Figurarsi che fretta può avere il nigeriano a trovare la via d’uscita e il giusto finale alla sua avventura in azzurro. Ma è una situazione che crea imbarazzo perché tutti erano convinti che già sarebbe stata trovata la soluzione.
Il caso irrisolto
Ma così non è. Osimhen è un caso. Un brutto caso. E ancora nessuno ha preso in considerazione (neppure immaginato, a dirla tutta) l’ipotesi che il nigeriano non trovi una sistemazione entro la partenza per ritiro, il 17 luglio. E quindi ancora il Napoli non sa che decisione prendere. Ovvero, portarlo in Trentino da separato in casa come è successo un anno fa o lasciarlo a Castel Volturno ad allenarsi, usando il pugno duro. D’altronde, viene da Istanbul, terra delle serie tv più alla moda del momento: figurarsi se si spaventa all’idea di un’altra estate di telenovela. Ma anche in Turchia si sono stufati dei suoi capricci: al Galatasaray hanno atteso un mese una risposta che non è mai arrivata.
Litigi
Neppure quelli del suo vecchio entourage riescono a stargli più dietro. Dei manager di una volta non c’è traccia: c’è un mondo nuovo a cui persino il club azzurro fa fatica e interfacciarsi. Di sicuro, non aveva nessuna voglia Osimhen di rovinarsi l’estate al Mondiale per Club e quindi non aveva alcuna fretta di dire di sì all’Al-Hilal. Se vogliono, Osimhen ora può anche pensare di andare a Riad. La stella africana incassa con fastidio le lezioni di vita che gli piovono addosso e soprattutto non vanno giù gli aut aut del Napoli: non ha fretta di decidere, d’altronde ha ancora un anno di contratto e volendo tra dodici mesi andrà dove vuole a parametro zero. Una mazzata. Un rischio vero, perché chi ha siglato i patti un anno e mezzo fa e che garantiva la sua partenza senza capricci quando venne firmato il rinnovo, ora non è più in prima linea nelle faccende di Osimhen. Che qui pure potrebbe togliersi lo sfizio di fare l’ultimo dispetto al Napoli.
La clausola
Quale? Arrivare fino alla fine di agosto, quando nessuno al mondo pagherà la clausola da 75 milioni di euro e quando tutti pensano che De Laurentiis sarà costretto a scendere al compromesso con il club con cui, magari, Osimhen si è già messo d’accordo. Già, la strategia dell’attaccante potrebbe essere questa: sa che nessuno al Napoli lo vuole più tra i piedi e potrebbe continuare di dire di no come ha fatto fino ad adesso. Per costringere gli azzurri a darlo via a prezzo di saldi. A chi? In ogni caso a un club che non pensa sia il caso di liquidare il Napoli con la clausola rescissoria. Come, per esempio, il Manchester United o il Chelsea. Tanto lui sa bene come fare per non farsi sopportare: due estati fa, pensò più al rinnovo (con ben 15 incontri per discutere del contratto) che agli allenamenti con Garcia; l’estate scorsa, nonostante Antonio Conte, neppure una volta alzò il dito per mettersi a disposizione in qualche gara amichevole del tecnico leccese. In pratica si auto-escluse. Ma è ancora presto per capire cosa farà il Napoli, Di sicuro l’ipotesi che resti in azzurro nessuno l’ha mai presa in considerazione.
Ma si sa, ora scendono in campo le diplomazie. Fino ad ora, il ds Manna lo ha spinto verso l’Arabia (perché il fondo Pif ha garantito il pagamento della clausola) ma è stato tutto inutile. Nessuno pensa di emarginarlo, boicottarlo, condannarlo all’esilio ma il Napoli sono dodici mesi che incassa i suoi veti, i suoi rifiuti, i suoi no fastidiosi. Per riuscirlo a cedere, bisogna incastrare molte cose: alla finestra, con una certa apprensione, anche la Juventus. Ma De Laurentiis non potrebbe mai cederlo a una diretta concorrente. A meno che non sia l’ultima spiaggia.
Fonte: Il Mattino

