Con i giusti giri del motore sempre: se gira lui, gira tutto. Senza dimenticare quella cifra di gol che mai s’era vista in carriera. Sei le reti, tutte decisive per lo scudetto. Nell’anno incredibile del terzo scudetto ne aveva segnate la metà. Gliel’aveva chiesto a inizio anno l’allenatore, lui si è messo al lavoro. Senza però perdere la sua natura. 2 palloni rubati di media a partita, duelli aerei quasi tutti in suo favore, l’84,5% dei passaggi completati.
A cui ha aggiunto anche la fase offensiva: 2,3 tocchi in area di rigore per ogni 90’, con quasi 4 passaggi capaci di creare azioni pericolose di media a partita. A Conte regala anche diverse alternative: nel Napoli di quest’anno ha fatto la mezz’ala sempre, ma in un eventuale centrocampo a due sa starci eccome. Una soluzione in più in vista dell’arrivo di De Bruyne, a cui dovrà guardare le spalle, magari con meno compiti offensivi e più posizioni tenute. Agli azzurri regala solidità e esperienza, caratteristiche mai così scontate. E sa stare insieme con tutti: con McTominay, con Lobotka e pure con Gilmour. Si conoscono, si capiscono. La mediana non ha problemi. Così come Napoli è diventata isola felice per lui e la sua famiglia. Ecco perché trattenerlo non sarà cosa da poco: le caratteristiche conservate da Anguissa nella rosa attuale sono difficilmente trasferibili. Lo sa lui e lo sa pure la società.
Fonte: Il Mattino
