Da promessa interessante a pilastro imprescindibile: Dan Ndoye ha vissuto una stagione da incorniciare con la maglia del Bologna. Dopo un primo anno in Serie A al fianco di Thiago Motta, sotto la guida di Vincenzo Italiano il talento svizzero ha compiuto un ulteriore salto di qualità, migliorando corsa, letture e capacità d’adattamento. Un’evoluzione culminata nel cambio di fascia: se in passato agiva prevalentemente a destra, oggi è la corsia mancina a esaltare le sue qualità, tanto da diventare il suo habitat naturale.
È proprio da lì che Ndoye ha lasciato il segno per gran parte della stagione, al punto da essere eletto miglior giocatore rossoblù dell’anno. Nei momenti più delicati, quando il sogno Champions sembrava svanito, è stato lui a caricarsi la squadra sulle spalle, guidando la riscossa nel girone di ritorno. Il Bologna, pur sfiorando il quarto posto, ha centrato un traguardo storico sollevando la Coppa Italia, obiettivo che il club ha messo in cima alla lista nelle ultime settimane di campionato.
E pensare che la sua presenza in finale era in dubbio per un infortunio muscolare rimediato poco prima del match. Invece, Ndoye ha stretto i denti, è sceso in campo, ha segnato e ha dominato la partita, conquistando il titolo di MVP e un posto d’onore nella storia recente del club felsineo.
Fonte: Il Mattino