Roberto Beccantini (Cds) ” L’anagrafe non deve dare fastidio “
Collisioni e suggestioni. Diego Armando Maradona sbarcò a Napoli che non aveva ancora 24 anni. Kevin De Bruyne, sulle
traiettorie del quale non tramonterà mai il righello, vi arriva sul filo dei 34 (che compirà il 28 giugno). La cesura lega il «quando eravamo re» a «perché non lo siamo più». Li unisce e li spiega: o almeno ci prova. Sarà un caso, ma il Paris Saint-Qatar ha conquistato la sua prima Champions dopo che in Francia avevano ridotto le squadre della Ligue 1 da 20 a 18. Il taglio non è, per convenzione, sinonimo di equilibrio: in Bundesliga sono diciotto dal 1965, eppure il Bayern ha sequestrato ben dodici degli ultimi tredici «scudetti». Ma serve. L’assist di De Bruyne non è un ghirigoro, è una linea. Nitida, diretta. Al destinatario non sollecita che un favore: muoversi, stuzzicarne le fregole geometriche. Al resto provvede di persona. Da un’anguilla come Sergio «el Kun» Aguero a una balena come Erling Haaland: l’invito calibrato in base alla geografia delle partite e agli ingorghi dei reparti. Di destro, preferibilmente. Ora violino, ora sassofono. Leo Longanesi ammoniva: «Dite ai giovani che il mondo esisteva già prima di loro, e ricordate ai vecchi che il mondo esisterà anche dopo di loro». A 85 anni, Franco Carraro ha deciso di ricandidarsi alla presidenza del Coni (votazioni, il 26 giugno). La poltrona che non poltrisce. A (quasi) 40, Luka Modric ha lasciato il Real di Madrid per il Milan. Michel Platini, lui, festeggerà i 70 il prossimo 21 giugno: ne aveva 27, allorché debuttò in campionato con Madama.
traiettorie del quale non tramonterà mai il righello, vi arriva sul filo dei 34 (che compirà il 28 giugno). La cesura lega il «quando eravamo re» a «perché non lo siamo più». Li unisce e li spiega: o almeno ci prova. Sarà un caso, ma il Paris Saint-Qatar ha conquistato la sua prima Champions dopo che in Francia avevano ridotto le squadre della Ligue 1 da 20 a 18. Il taglio non è, per convenzione, sinonimo di equilibrio: in Bundesliga sono diciotto dal 1965, eppure il Bayern ha sequestrato ben dodici degli ultimi tredici «scudetti». Ma serve. L’assist di De Bruyne non è un ghirigoro, è una linea. Nitida, diretta. Al destinatario non sollecita che un favore: muoversi, stuzzicarne le fregole geometriche. Al resto provvede di persona. Da un’anguilla come Sergio «el Kun» Aguero a una balena come Erling Haaland: l’invito calibrato in base alla geografia delle partite e agli ingorghi dei reparti. Di destro, preferibilmente. Ora violino, ora sassofono. Leo Longanesi ammoniva: «Dite ai giovani che il mondo esisteva già prima di loro, e ricordate ai vecchi che il mondo esisterà anche dopo di loro». A 85 anni, Franco Carraro ha deciso di ricandidarsi alla presidenza del Coni (votazioni, il 26 giugno). La poltrona che non poltrisce. A (quasi) 40, Luka Modric ha lasciato il Real di Madrid per il Milan. Michel Platini, lui, festeggerà i 70 il prossimo 21 giugno: ne aveva 27, allorché debuttò in campionato con Madama.
E Cristiano Ronaldo? Sporting Lisbona, Manchester United, Real. E a 33 anni, la bacheca zeppa di trofei (non però la fame, non però la fama), la Juventus. Un sogno di mezza estate: e di mezza età. Alla Franck Ribéry. L’artefice, con Arjen Robben, del Rinascimento del
Bayern. Improvvisamente, Firenze. Ne aveva 36, un museo ambulante nella città degli Uffizi. E Zlatan Ibrahimovic – sì, proprio l’ombroso vicario di Gerry Cardinale – rientrò a Milanello nel gennaio del 2020, in bilico sui 39. Stava svernando a Los Angeles. Si annoiava. Non lesse John Fante e non chiese alla polvere: chiese a Paolo Maldini.Francesco Camarda ne ha 17, e da mesi gira attorno ai titolari del Diavolo, metafora dell’aereo che, per scendere di quota, attende l’okay della torre di controllo. Solo che il permesso slitta sempre. Nonostante le iperboli raccolte con i bebè azzurri. Massimo Moratti arruolò Ronaldo il fenomeno nel 1997, a un pelo dai 21. Ogni tanto rovistare nei cassetti aiuta a tradurre le tendenze. L’anagrafe non può e non deve dare fastidio o suscitare invidie. Ci aiuta a evadere dagli equivoci. Siamo una clinica (abbastanza) di lusso, insidiata dalle strutture americane e asiatiche (ieri cinesi, oggi arabe). Dai vivai ai via-vai, e tra anzianità di servizio e servizi per gli anziani, ci divide l’idea di esperienza: risorsa o ripiego? Memore di Ribéry, la Viola ha scelto il trentanovenne Edin Dzeko. Svincolato. Ex Roma, ex Inter. Un passato di futuro.
Bayern. Improvvisamente, Firenze. Ne aveva 36, un museo ambulante nella città degli Uffizi. E Zlatan Ibrahimovic – sì, proprio l’ombroso vicario di Gerry Cardinale – rientrò a Milanello nel gennaio del 2020, in bilico sui 39. Stava svernando a Los Angeles. Si annoiava. Non lesse John Fante e non chiese alla polvere: chiese a Paolo Maldini.Francesco Camarda ne ha 17, e da mesi gira attorno ai titolari del Diavolo, metafora dell’aereo che, per scendere di quota, attende l’okay della torre di controllo. Solo che il permesso slitta sempre. Nonostante le iperboli raccolte con i bebè azzurri. Massimo Moratti arruolò Ronaldo il fenomeno nel 1997, a un pelo dai 21. Ogni tanto rovistare nei cassetti aiuta a tradurre le tendenze. L’anagrafe non può e non deve dare fastidio o suscitare invidie. Ci aiuta a evadere dagli equivoci. Siamo una clinica (abbastanza) di lusso, insidiata dalle strutture americane e asiatiche (ieri cinesi, oggi arabe). Dai vivai ai via-vai, e tra anzianità di servizio e servizi per gli anziani, ci divide l’idea di esperienza: risorsa o ripiego? Memore di Ribéry, la Viola ha scelto il trentanovenne Edin Dzeko. Svincolato. Ex Roma, ex Inter. Un passato di futuro.
Fonte CdS (Roberto Beccantini)
