Pensavate fosse amore e invece (inaspettatamente) era un calesse, per un viaggio surreale nelle più sciccose strade del mondo. Da Napoli a Istanbul è stato un attimo – ma di lucida follia – un volo leggero su una rotta magica: e però ora ch’è finita, con gli ori che fanno pendant col caschetto biondo, ciò che resta di quest’anno è il solito, insopportabile, retrogusto marcio, perché ogni limite ha una pazienza. Il re (praticamente un ex) Victor Osimhen ormai è nudo e però con quelle sue smargiassate che hanno rotto gli equilibri e pure quella fusione fatata, il Napoli e De Laurentiis dovranno continuare a conviverci in un limbo in cui il compromesso diventerà arte. Scrive La Gazzetta dello Sport.
Ci sono 75 milioni di buoni motivi per mettersi una maschera e recitare con un filino d’ipocrisia sulle guance: i contratti a volte diventano lacciuoli e per non bruciarsi il capitale calcistico – avendo largamente demolito quello umano – tra Adl e Osimhen si continuerà a far buon visto e cattivo gioco. Per adesso, e va così dall’estate del 2023, (il post scudetto di Spalletti) non è ancora il caso di far volare gli stracci, di servirsi un menu freddissimo e attendere che passi questa insopportabile nottata, dopo il no a ripetizione all’Al Hilal e quella fumata nera in cui c’è finita una fortuna per chiunque, anche per VO9 ci mancherebbe
E comunque, qui si fanno prigionieri a questo punto: lo è il Napoli, consapevole che bisognerà liberarsi di questo ingombrante e ammaliante centravanti, perché un ‘bagno’ di 75 milioni non è consentito neppure al più spregiudicato tycoon; ma lo è VO9 al quale qualcuno del suo sterminato entourage avrà ricordato che il 15 luglio, in assenza di operazioni definitive dovrà presentarsi a Dimaro-Folgarida da Antonio Conte, a meno che non invii un certificato medico. A Riad non disperano e tenteranno ancora.
E il Napoli, che apparentemente incurante fa da sé, abbraccia De Bruyne, sceglie vari percorsi alternativi, ha una indipendenza che non vacilla e che però va comunque tutelata, perché cà nisciuno è fesso. Osi piace alle squadre che piacciono: il Chelsea, eh sì, dove lo vorrebbe Obi Mikel (settembre 2024: “per poco non si è chiuso; se dovessimo riprendere la trattativa, so esattamente da dove dobbiamo ripartire…”); o l’Arsenal o il Manchester United, quindi la Premier che l’ha conquistato; o magari il Psg, che ha una sua aura. Dal calesse in qualche modo si scende, senza che resti un filo d’amore.
