Un disastro. Norvegia – Italia è stata un disastro. Un disastro annunciato.
L’Italia vista ieri è forse la peggiore di sempre. Un’Italia che mette a serio rischio la partecipazione al Mondiale, per la terza volta consecutiva. Non può essere la normalità, non può esserlo per una nazionale quattro volte campione del mondo, che un tempo era riconosciuta da tutti come “quelli che non mollano mai”, e che schierava giocatori fortissimi in ogni reparto.
Ora tutto questo non c’è più, e tutti sono sul banco degli imputati: si parte dai club, che non credono nei propri giovani, passando per le scelte sbagliate del presidente della FIGC e del commissario tecnico — sia in termini di comunicazione che di convocazioni — per arrivare infine ai calciatori che scendono in campo, spenti, senza identità, senza grinta, senza la voglia di provare a dare una gioia, o anche solo una serata di felicità, ad un popolo intero.
Ieri sera la Norvegia ci ha dato una lezione di calcio, dominandoci e chiudendo la pratica in appena 45 minuti. Un’umiliazione totale, che una squadra con la nostra storia non può permettersi.
“Forse Spalletti non è adatto a fare il CT della Nazionale?” È la domanda che da ieri sera incombe nella testa dei tifosi, ed è lecito chiederselo. All’Italia serve un selezionatore, uno che sia maestro nel fare gruppo. Un Pioli, o un Ranieri, per esempio. Verranno fatte le giuste valutazioni dopo la partita con la Moldavia di lunedì, ma la possibilità che il tecnico di Certaldo rassegni le dimissioni si sta facendo sempre più concreta nelle ultime ore.
Verrebbe poi da chiedere a Spalletti: perché queste scelte di formazione? Perché adattarsi a un modulo che non gli appartiene? Perché non utilizzare le fasce, che hanno fatto le sue fortune, soprattutto nell’ultima esperienza al Napoli?
Perché un tecnico con un carattere così forte non è riuscito, in dodici mesi, a costruire questa squadra partendo dal suo 4-3-3?
Perché lasciarsi condizionare dalle caratteristiche dei calciatori e ostinarsi con questa difesa a tre che non gli appartiene?
E soprattutto: perché rinunciare a Zaccagni, Politano e Orsolini? Con i primi due addirittura non convocati. Perché non provare a recuperare Chiesa?
Sono tante, davvero tante, le domande che gli italiani si stanno ponendo. E solo il tempo potrà darci tutte le risposte. Ma per il momento a rimetterci sono proprio i tifosi, che pian piano si stanno allontanando sempre di più dalla passione per la Nazionale — così come i calciatori, gli allenatori, lo staff e tutto ciò che ruota attorno alla maglia azzurra.
A nessuno sembra importare più dell’Italia.
