Sacchi: “Zero titoli? È giusto non fare tragedie”
Post finale di Champions che ha decretato come campioni d’Europa i parigini del Psg con una netta vittoria sull’Inter per 5-0, ha parlato in una intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport Arrigo Sacchi:
“Il trionfo del gioco. Non di un solo giocatore, ma del calcio interpretato come organizzazione, come manovra armoniosa, come ricerca della bellezza attraverso la velocità, il dribbling, i passaggi, gli uno-due. Il Psg ha dominato in lungo e in largo, all’Inter non resta che applaudire gli avversari e inchinarsi alla loro bravura. Il risultato è sicuramente clamoroso, perché una finale di Champions League non era mai finita con cinque gol di scarto, ma questo accade quando da una parte c’è una squadra che sa che cosa deve fare (il Psg, appunto) e dall’altra ce n’è una (l’Inter) che, impaurita, non ha la minima idea di come si debba comportare. Analizzo però l’ultimo periodo dell’Inter: ha perso la semifinale di Coppa Italia, le è sfuggito lo scudetto quando era davanti al Napoli, ed è stata travolta in finale di Champions League. Zero titoli. È giusto non fare tragedie, perché il buono che i nerazzurri hanno fatto vedere nel corso della stagione non deve essere gettato dalla finestra, ma è altrettanto giusto valutare quali sono stati gli errori: l’Inter è arrivata scarica al traguardo. E, quando non hai energie da mettere in campo, è difficile riuscire a tenere testa a un avversario forte come il Psg. Adesso si apriranno processi a Simone Inzaghi, rientra nella logica del calcio, ma non è dando la colpa all’allenatore che si risolvono i problemi. Il Psg ha dimostrato di credere in qualcosa che noi, in Italia, stiamo ancora cercando: il gioco. Vogliamo metterci in testa che il gioco conta di più del giocatore?”
