Eugenio Bennato
“Mi ha commosso che un campionato così duro, sofferto, a volte scorbutico esteticamente, si sia risolto con due gol spettacolari: una rivalsa rispetto alle accuse
che fosse un Napoli «brutto» mentre era solo concreto e tosto, grintoso e con grande personalità. Sono felice che abbia trionfato il mio Napoli, e in questo modo così artistico, due colpi da maestro a suggellare un momento storico per il club e per il territorio. Volendo fare dei paralleli con l’affermazione di due anni fa la differenza è lampante: l’11 di Spalletti era una formazione in grado di strabiliare gli amanti del bel gioco, eppure la personalità e la forza del collettivo della squadra di Conte non è da meno e attiva la stessa gratificazione nell’appassionato. Altro che brutto, è un Napoli scolpito nella roccia. Guardo poi al passato e penso che questo solco lo ha tracciato per primo Maradona, quel genio che ha stabilito una volta e per tutte che Napoli, e tutto il Sud, quel Meridione che canto da una vita, possono vincere, lasciando un’eredità indelebile raccolta dai formidabili ragazzi di oggi.”
È stato un finale di stagione commovente
“In tal senso, tra i vari protagonisti della stagione, voglio omaggiare uno che non viene citato spesso quest’anno: Giovanni Simeone. Mi ha colpito la sua testimonianza nel giorno della sfilata. Pur essendo stato spesso ai margini delle scelte di Conte non ha fiatato e ha vissuto la nuova vittoria come la prima di cui era stato protagonista, con vari gol decisivi. È un argentino-napoletano come Diego, è anche lui il volto di un Sud del mondo lontano e così vicino alla nostra città, è lui che mi piace eleggere a simbolo di una formazione davvero orizzontale, dove ognuno ha fatto il suo dovere per il successo, senza personalismi, guardando al bene comune”.
FONTE IL MATTINO

