Gazzetta – Serie A: analisi e voti agli allenatori, Napoli e Ranieri da 10 e lode
Alessandro Vocalelli, opinionista della Gazzetta dello Sport, ha stilato il “pagellone” della stagione 2024-2025.
Il capolavoro di De Laurentiis e Conte, la classe del tecnico giallorosso, i grandi meriti di Gasp, Italiano, Fabregas, Vieira, Chivu, Giampaolo. Gli affanni di Milan, Juve, Lazio e… Var

Si chiude un campionato per certi versi irripetibile, capace di tenere tutti con il fiato sospeso fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Scudetto, Champions, Europa League, Conference e salvezza: a volte è mancato un po’ di spettacolo, ma sul fronte dell’equilibrio – e quindi delle emozioni – la Serie A non ha tradito. Contribuendo a regalarci protagonisti in positivo e in negativo. Cominciamo dai promossi.
10 e lode

Hanno costruito – in maniera diversa – un autentico capolavoro. Lo scudetto va al Napoli che non era la squadra più forte: e detta così è un’altra ragione per fare un lungo e caloroso applauso. Conte ha tenuto dritta la barra, anche nel mare agitato. E il presidente alla fine ha avuto ragione anche sulla cessione di Kvara. che non solo ha portato 75 milioni nelle casse ma ha prodotto – è un paradosso, sia chiaro – anche un effetto psicologico all’interno del gruppo. Finendo per riunire l’allenatore e i giocatori, che si sono stretti in un patto d’acciaio. Fatto sta che il Napoli ha adesso lo scudetto sul petto e almeno 150 milioni – perché De Laurentiis lo farà – da spendere sul mercato per rinforzare la squadra. Insomma, altro che nottata: la giornata è appena cominciata.
10 e lode

10 e lode anche anche a Ranieri, forse il vero protagonista di questa stagione. In un girone ha messo insieme 46 punti, ad una media che – partendo dall’inizio – avrebbe portato lo scudetto. Certo, un calcolo così non si può fare, con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Resta però l’impresa di un uomo che ha preso la Roma ai limiti della zona retrocessione e l’ha portata a un punto dalla Champions. Con idee chiare, moderne e quel sorriso stampato sul visto. Giusto che tutti gli abbiano tributato un omaggio più che meritato. Lascia un signore della panchina.
9

9 a Retegui e Kean come il loro numero ideale. Già il 9 del centravanti, che pensavamo – a livello di Nazionale – di non avere. Invece ora sappiamo, abbiamo scoperto, di di averne addirittura due di bomber. Gente che vede la porta e ci ha restituito la figura classica del cannoniere. C’erano una volta i falsi nove, i centravanti di manovra. Ora c’è chi fa gol e questa anche per Spalletti è una bellissima notizia.
8

Sono stati protagonisti con Inter e Juve. I gol del primo non sono bastati all’Inter per vincere lo scudetto, le prestazioni del secondo – in un gruppo sempre in agitazione – hanno permesso alla Juve di conquistare almeno la zona Champions. Giocatori di livello assoluto.
8

Il primo per aver portato per l’ennesima volta l’Atalanta in Champions, il secondo per aver conquistato la Coppa Italia e aver dimostrato un grandissimo coraggio. Non era facile accettare il Bologna dopo la splendida stagione dello scorso anno. Lui lo ha fatto, mantenendo in quota i rossoblù e dimostrando che il lavoro era appena cominciato.
8

Il primo ha mandato all’aria l’etichetta di allenatore bravo a subentrare, nel rimettere a posto i cocci. Sin dall’inizio si è vista la sua mano e il Cagliari si è salvato senza soffrire. Giampaolo si è preso invece la rivincita su alcune recenti delusioni, vincendo in casa della Lazio e brindando con la società e con Pantaleo Corvino a una meritatissima salvezza. Chivu, alla sua primissima esperienza ad alti livelli, ha confermato che essere stati grandi giocatori aiuta.
7

Volti nuovi per il nostro campionato, si sono imposti all’attenzione generale. Il Como di Fabregas ha incantato per il gioco e non solo stupito per i risultati. Merito dell’allenatore, ma anche di una proprietà che gli ha messo a disposizione giocatori di livello. Bravissimo anche Vieira, che ha sistemato le cose al Genoa, abbinando punti a qualità.
Rimandati

Non è il caso di dispensare brutti a voti a chi invece non ha convinto. Diciamo chi non ha superato gli esami ed è… rimandato alla prossima stagione. Innanzitutto il Milan, fallimentare e chiamato adesso a ricostruire. Con un ds nuovo, un allenatore nuovo e calciatori nuovi. Ma soprattutto serve una società che sappia vigilare e intervenire, come non è stato fatto in questi undici mesi. Poi naturalmente la Juve, malgrado la conquista in extremis della Champions. E la Lazio, fuori da tutte le coppe dopo anni di partecipazioni europee. Rimandato anche… il Var: troppe decisioni al limite, troppe interpretazioni anche davanti al video. Alla fine, a turno, si sono lamentati tutti. Ma questo, paradossalmente, dimostra anche che – tanto – niente riuscirà mai a metterci d’accordo.

