C’è qualcosa di più profondo del semplice restare o andare via

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La vicenda Conte-Napoli non è solo una questione tecnica o di panchina: è una storia di compatibilità emotiva, di visioni, di mondi che si sono incontrati forse tardi, forse nel momento sbagliato, forse solo per pochi passi da fare insieme.

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Conte è arrivato in un Napoli già ferito, stanco della vertigine post-scudetto, con una tifoseria disillusa e una società che non sempre parla la lingua dei suoi allenatori. Lui ha portato carattere, rigore, identità. Ha rimesso in piedi una squadra spenta, restituendole dignità e struttura. Ma Napoli, lo sappiamo, è cuore, caos, passione che straborda. È una città che non ama mezze misure, e in certi momenti ha dato a Conte meno di quanto servisse. E forse anche lui ha dato meno di quanto si aspettasse da sé stesso.

Eppure, a differenza di altre storie recenti, il rapporto tra Conte e Aurelio De Laurentiis è sembrato più maturo, più equilibrato. I due si sono rispettati, stimati, ascoltati. Non si sono risparmiati, ma hanno cercato – forse per la prima volta dopo anni – un terreno comune dove costruire qualcosa che potesse durare. Questo è un dettaglio che pesa, che apre spiragli. Perché il Napoli non ha solo bisogno di un allenatore, ma di una guida condivisa, di una visione che parta dalla testa e arrivi al cuore.

L’idea di un addio, oggi, sembra più il frutto di una stanchezza reciproca che di una decisione strategica. Non c’è rancore, solo la consapevolezza che certe storie non trovano l’equilibrio giusto. Ma se resta, allora deve essere vero. Non per inerzia, non per contratto, ma per volontà piena, per scommettere davvero su un progetto che abbia spalle larghe e cuore grande. Napoli non si accontenta del mestiere. E nemmeno Conte, in fondo.

Forse, in questa attesa silenziosa, non c’è solo il dubbio di cosa sarà. C’è anche la speranza che, per una volta, si possa costruire senza distruggere. Che si possa restare non per abitudine, ma per amore. Perché anche nel calcio, come nella vita, certe scelte hanno senso solo se portano un’anima. E in fondo, quando c’è rispetto tra le persone, anche le strade più complicate possono diventare percorribili.

A volte restare è un atto rivoluzionario. Ma solo se lo si fa con tutta la convinzione di chi sceglie, ancora una volta, di provarci davvero.

A cura di Giovanni Mirengo

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