Una cena esclusiva sull’isola di Ischia, per celebrare il compleanno di Aurelio De Laurentiis, ha riunito attorno allo stesso tavolo il presidente e Antonio Conte, pochi giorni dopo il trionfo al Maradona che ha regalato al Napoli il quarto scudetto della sua storia. Una scena che simboleggia la sintonia tra i due principali artefici del successo: da un lato il patron che ha investito per rilanciare il club dopo una stagione deludente, dall’altro l’allenatore che ha saputo guidare un gruppo rinnovato verso la vetta del campionato.
Nonostante il carattere deciso di entrambi, non si intravedono frizioni all’orizzonte. Al contrario, vi è una consapevolezza condivisa: trasformare questo tricolore in un punto di partenza, evitando il tracollo vissuto dopo il terzo titolo, quando il Napoli precipitò in classifica smarrendo sé stesso.
Durante i festeggiamenti, De Laurentiis ha lanciato un messaggio netto: i contratti vanno onorati, ma nessuno deve restare se considera il lavoro un peso. Difficile pensare che sia questo il caso di Conte, apparso coinvolto e raggiante nel celebrare con i suoi giocatori e il popolo azzurro. Tuttavia, l’allenatore, fedele al suo stile, chiederà un confronto al termine della stagione. Lo ha fatto sempre, anche dopo la vittoria con l’Inter, perché pretende garanzie sul progetto e sugli investimenti.
Napoli aspetta ora il faccia a faccia tra società e tecnico, sperando nella conferma di un binomio che ha conquistato tifosi e titolo. Conte stesso ha dichiarato il desiderio di iniziare un campionato da favorito, e De Laurentiis può offrirgli gli strumenti per farlo, a partire da un mercato ambizioso. In cima alla lista dei desideri c’è un colpo da sogno: Kevin De Bruyne, nome che porterebbe carisma e qualità al gruppo chiamato a brillare anche in Champions League.
Il lavoro del presidente va avanti da tempo: non solo la scelta di grandi allenatori, ma anche la costruzione di un modello sostenibile. Due scudetti in tre anni lo dimostrano. Oggi il Napoli può sedersi allo stesso tavolo dei grandi club italiani, e lo fa con bilanci solidi. Un percorso che richiama alla memoria quello intrapreso da Ferlaino negli anni Ottanta, con Maradona simbolo di un’epoca irripetibile. Ma con una differenza fondamentale: De Laurentiis ha posto le basi per garantire continuità e stabilità. È forse questo, più di ogni trionfo, il vero segreto della rinascita azzurra.
Fonte: Il Mattino
