Caterina Balivo: “Una gioia perfetta; credo che Conte vada via, ma non alla Juve”
Intervista de Il Mattino. Tifosa a dir poco. Appassionata, accesa, scaramantica tanto da aver evitato quanti, tra amici e colleghi, negli ultimi giorni le chiedevano del suo Napoli. Ora invece la popolare conduttrice Caterina Balivo può esultare: «Un’emozione incredibile, una gioia immensa».
Ora che lo scudetto è raggiunto può finalmente sciogliersi.«Erano giorni che mi facevano i complimenti, al lavoro e gli amici. Mi arrabbiavo, sono più che superstiziosa. Ora posso usare le parole tabù: abbiamo vinto, siamo campioni d’Italia, che emozione, che gioia perfetta».
Dove ha seguito il match?
«Non dove avrei voluto, mi sarebbe piaciuto stare tra la gente, tra i tifosi come me. Invece un piccolo problema fisico mi ha costretta a casa, così l’ho vista dal mio divano. Ma le urla ai gol, le paure e l’esultanza sono state le stesse».
E la sua famiglia, dove si tifano altri colori?
«Per una sera i miei hanno tutti tifato Napoli. Avviene in casi eccezionali: per il resto della stagione seguono altre squadre, per queste partite così decisive stanno dalla mia parte per affetto. Così come tiferemo tutti, in finale di Champions, per l’Inter. Ho apprezzato molto il messaggio di congratulazioni arrivato a fine partita da parte dei nerazzurri, voglio ricambiare dicendo che hanno una squadra forte con un bravo allenatore, Inzaghi. Così come il nostro Conte: ha fatto un miracolo, pensando a come era finita l’anno scorso con il disastroso decimo posto».
Che ne pensa, andrà via?
«Credo di sì ma non alla Juve, non penso che Elkann gli farà offerte migliori di club, per dire, anglosassoni. Lo vedo di nuovo in Inghilterra».
Perché ritiene che il tecnico lasci il Napoli?
«Un’intuizione da donna di spettacolo basata su parole e immagini: la frase “siamo due vincenti diversi” pronunciata da Conte e l’abbraccio, con De Laurentiis che restava e il mister che un certo punto si è staccato, mi fa avere la sensazione che non rimanga. Poi spero di sbagliarmi. Altrimenti ha fatto il suo, ci ha fatto vincere, lo ringrazieremo per sempre».
Giocatore preferito di quest’anno?
«Sarebbe facile dire McTominay, invece scelgo Di Lorenzo. Un capitano che ormai è una bandiera, il solo con Diego a vincere due volte il tricolore con la fascia al braccio. Adoro quel ragazzo, è “cazzuto”. Estendo il complimento a tutta la difesa, un reparto di ferro».
Il giorno dopo la vittoria arrivano subito le polemiche: Napoli avrebbe gestito male la festa.
«Amo Napoli, ci sono nata e ci ho vissuto, non accetto che se ne parli male. Ma non guarderei altrove, dicendo che a Milano si delinque di più: sono legata anche a Milano. Ci sono limiti in ogni metropoli: vogliamo parlare di Roma, città meravigliosa ma piena di problemi? Voglio assolutamente dare un contributo lanciando messaggi di distensione. Godiamoci questo scudetto, è stato un momento meraviglioso, continuiamo a festeggiare in pace».
E per il futuro?
«Del futuro non voglio già parlare».
Si torna subito scaramantici?
«Ma certo: vogliamo ricordare cosa successe l’anno scorso? Progetti, sogni in Champions, e poi la debacle. Ora pensiamo solo a celebrare con ogni onore i protagonisti di una cavalcata trionfale. Poi si vedrà. E forza Napoli sempre!».
