I tifosi del Napoli potranno ricordarlo subito. Era il 26 agosto del 2007, la squadra del cuore appena tornata in Serie A, tra i grandi.
Solo uno dei primi passi tra tanti, un antipasto di quello che sarebbe successo nei quindici anni successivi. La squadra allenata da Reja esordiva in campionato, a Fuorigrotta contro il Cagliari. Esattamente come oggi.
Gli intrecci
Quanti anni sono passati? Un intreccio continuo tra azzurro e rossoblù. Fu la prima volta in A del “nuovo Napoli”, tre estati prima rilevato da Aurelio De Laurentiis. Che uno scudetto oggi l’ha già vinto e un altro potrebbe vincerlo tra poche ore, coronando un ventennio d’oro. 6480 giorni più tardi, chi l’avrebbe detto? Pochi. Forse tra questi c’era Antonio Conte, uno che il Cagliari pure lo conosce bene e che.
La prima volta
Non si scorda mai, dicono quelli bravi. E lo ricorderà di certo lo stesso Antonio: c’era lui la notte tra il 5 e il 6 maggio 2012 con gli occhi spalancati, nel ritiro bianconero di Trieste. I lavori al Sant’Elia costrinsero il Cagliari a giocare le partite di quella coda di campionato lontano, proprio in Friuli. Più vicino a Torino che all’Isola. E fu una notte dolce per Antonio: qualche giorno prima la sua Juventus prima in classifica aveva pareggiato in casa contro il Lecce, un pari beffa a cinque minuti dalla fine, assottigliando il vantaggio da +4 a +1. Vi ricorda qualcosa? Nella penultima gara dell’anno, però, riuscì a chiudere i conti, complice la sconfitta del Milan che inseguiva nel derby e la vittoria proprio contro i sardi, allenati da Ficcadenti e con in campo Astori, Agazzi, Nainggolan e pure il capitano Conti. Una notte indimenticabile.
Il ciclo Conte
Era cominciato proprio lì, la sera di 4764 giorni fa, il ciclo vincente di Conte. Con il popolo juventino corso a seguire il primo storico trionfo del nuovo allenatore. Che anche ieri ha avvertito tutti: ho vinto, ma ho anche perso. Ed è proprio dalle sconfitte che passa la redenzione. Contro il Cagliari è arrivato il suo primo scudetto da allenatore, contro il Cagliari questa notte potrebbe cullare il suo quinto titolo italiano in panchina. Da aggiungere ai cinque vinti da calciatore con la maglia della Juve sempre addosso e al titolo inglese, conquistato con il Chelsea qualche anno più tardi.
Quella volta, a Trieste, furono Vucinic e una autorete a farlo volare, questa volta si affiderà agli uomini che per tutto l’anno lo hanno tenuto in piedi, hanno seguito le sue idee, replicando una stagione d’esordio molto simile a quella vissuta a Torino nel 2011-12. Nella evoluzione, nelle dinamiche di uno spogliatoio che ha ritrovato fiducia. Vincere a Napoli, dopo un solo anno di assenza dall’ultimo scudetto, sarebbe come vincere alla Juventus che non lo aveva mai fatto dopo Calciopoli. Un piccolo pezzetto di storia moderna. Conte si fermò per tre stagioni in bianconero, confermando il titolo in ogni anno. Oggi che il futuro dell’allenatore napoletano è l’ultima cosa che interessa ai tifosi, del domani azzurro non c’è certezza. Conte e il Napoli come Bacco e Arianna ardenti. E un intero popolo in attesa intorno. Chi vuole esser lieto, sia: con il Cagliari si può. Lo dice la storia.
Fonte: Il Mattino
