Chi arriva a Napoli pensando di vivere l’emozione della grande attesa scudetto dei fortunati dell’87, del ’90 e soprattutto del 2023 fa un buco nell’acqua. Enorme: non
ci sono bandiere e festoni azzurri tutto intorno, non ci sono striscioni e neanche quel meraviglioso sole che due anni fa si stabilì in città come un tifoso permanente, insieme con centi n aia di migliaia di turisti in estasi per tanta euforia.
ci sono bandiere e festoni azzurri tutto intorno, non ci sono striscioni e neanche quel meraviglioso sole che due anni fa si stabilì in città come un tifoso permanente, insieme con centi n aia di migliaia di turisti in estasi per tanta euforia. Era aprile, all’epoca, e sembrava l’isola che non c’è. Era de maggio, oggi, e la vita, a meno di quarantotto ore dalla partita contro il Cagliari che vale la vita stessa, scorre indifferente.
Lenta, silenziosa, operaia, fatalista. L’ordine millenario delle cose è stato ristabilito in un paio di giornate di campionato: Napoli velata di scarama n zia, bianca come un cencio lavato dalla pioggia che ieri ha inzuppato la città a intermittenza ma con decisione. Tutto pulito, tutto chiarissimo fino a domani: il popolo sarebbe anche pronto, per carità, ma in questo momento ha ancora paura di essere felice. Fonte; CdS
