Lo spettacolo, lo champagne, portarono 91 punti e nessun titolo. Oggi, come afferma Il Mattino, “chiamiamola pure legge del contrappasso, il Napoli potrebbe festeggiare lo “scudetto della fatica”, una sorta di riscatto dopo lo “scudetto del cuore” andato in fumo nel 2018 al termine della cavalcata (purtroppo non gloriosa) dei 91 punti. Quello era un Napoli bellissimo, a tratti unico, forse irripetibile, che seppe scalare la classifica della serie A, sfiorare la vetta e poi ricadere per una notte insonne e un rosso prematuro. Dove? A Firenze, la città di Dante che più di tutti apprezzerebbe l’importanza della legge del contrappasso. […] Il Napoli di Conte, si appresta a “vendicare” quella squadra tanto bella quanto incompiuta. Scherzi del destino e di uno sport come il pallone che per antonomasia è capace di riservare le sorprese più imprevedibili. […]E nessuno si sognerà mai di storcere il naso, di giudicare questo Napoli meno bello, meno spettacolare, meno, trascinante. Uno scudetto è uno scudetto. E il fine giustifica ogni tipo di mezzo. Alla faccia di chi parla di un campionato “perso dagli altri”. Perché poi bisogna anche saperci stare al posto giusto e al momento giusto. Pippo Inzaghi ha costruito una carriera sull’opportunismo e suo fratello Simone lo sa bene. Non dipingeva capolavori come Del Piero alla Juventus o Kakà al Milan, eppure i suoi gol furono pesanti e decisivi. Non belli, ma pur sempre gol. Come il Napoli di Conte, che non entrerà nella storia della serie A per la Grande Bellezza, che invece fu di Sarri e poi anche di Spalletti. Ma nella storia entrerà ugualmente.”
