Nando Orsi ricorda il ’90: “Capimmo che c’erano poche speranze”

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Antonio Conte ha ragione. Il Napoli di oggi sa come si vincono gli scudetti, ma quelli in carrozza. Ma c’è stato un tempo, c’è stato un Napoli che punto a punto sapeva vivere e vincere. Sapeva esultare direttamente all’ultima giornata.

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Quanto successo 25 anni fa: c’era Napoli-Lazio e Baroni ci mise la testa per battere i biancocelesti. In panchina, a poca distanza, Nando Orsi faceva da spettatore, e nella sua intervista a Il Mattino, ricorda 25 anni dopo quel giorno:
Ci risiamo: venerdì sarà un po’ come nel ’90.
«E non è un caso, il Napoli l’ha meritato di potersi prendere lo scudetto».

 

 

C’è qualcuno che lo ha messo in dubbio?
«Forse sì. Ma una squadra che è stata da sola in vetta per venti partite, insieme con l’Inter per altri due turni, ha meritato di giocarsi la vittoria dello scudetto, fino alla fine. Sono stati bravi a rimanere lì attaccati alla vetta, ad approfittare degli errori dell’Inter».

 

 

C’eri anche tu al San Paolo quel giorno.
«Prima della partita, eravamo in ritiro al lungomare. Ma quando lasciammo l’hotel per dirigerci allo stadio, capimmo subito che c’erano poche speranze».

 

 

E il tragitto verso il San Paolo, lo ricorda?
«Ricordo che c’erano bandiere e motorini ovunque. In quella stagione, per un incrocio particolare, anche l’ottava squadra in classifica avrebbe giocato in Europa. Con una vittoria saremmo andati in Uefa. Il presidente Calleri ci promise un premio in denaro in caso di successo e qualificazione. Ma fu una promessa inutile. Ricordo i compagni nel pullman, mentre ci avvicinavamo a Fuorigrotta, chiedersi: ma come vinciamo oggi?»

 

 

La partita finì subito.
«Nel primo quarto d’ora nemmeno sembravamo in campo. Segnò Baroni subito e praticamente finì lì la gara. Non ricordo nostre occasioni in quella partita, non superammo la metà campo».

 

 

Deve essere lo stesso venerdì?
«Non avrei mai pensato che il Napoli potesse giocarsi ancora lo scudetto dopo due pareggi, invece…ma venerdì bisogna fare subito gol per mandare un messaggio all’Inter».

 

 

Che ci crede ancora, ovviamente.
«Sì, ma a Como non sarà facile. Se dovesse arrivare la notizia di un Napoli a gonfie vele al Maradona, abbasseranno la tensione e cominceranno a pensare alla Champions, come è giusto».

 

 

A Parma è mancato qualcosa?
«Il Napoli ha fatto quello che doveva fare, è stato la squadra che ha sempre mostrato di essere durante tutta la stagione: solida, cinica, compatta. L’occasione nel finale era arrivata».

 

 

Il rigore di Neres era da annullare?
«Per me, no. Ma ne ho visti anche altri di rigori annullati allo stesso modo dal Var».

 

 

Il turno in sé è stato emozionante.
«Forse, se non fossero state tutte in contemporanea, non avremmo visto lo stesso spettacolo».

 

 

Che partita si aspetta con il Cagliari?
«Gli elementi della storia perfetta ci sono tutti. E poi ci sono tanti intrecci: Luperto e Gaetano, Pavoletti e Caprile sanno bene cosa voglia dire l’aria di Napoli».

 

 

Per il portiere veronese sarà un ritorno al Maradona: cosa non ha funzionato?
«Ha scelto di andare a giocare perché davanti aveva uno dei più bravi. Se dovesse tornare per il dopo Meret, sarebbe all’altezza».
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