Nando Orsi ricorda il ’90: “Capimmo che c’erano poche speranze”
«E non è un caso, il Napoli l’ha meritato di potersi prendere lo scudetto».
«Forse sì. Ma una squadra che è stata da sola in vetta per venti partite, insieme con l’Inter per altri due turni, ha meritato di giocarsi la vittoria dello scudetto, fino alla fine. Sono stati bravi a rimanere lì attaccati alla vetta, ad approfittare degli errori dell’Inter».
«Prima della partita, eravamo in ritiro al lungomare. Ma quando lasciammo l’hotel per dirigerci allo stadio, capimmo subito che c’erano poche speranze».
«Ricordo che c’erano bandiere e motorini ovunque. In quella stagione, per un incrocio particolare, anche l’ottava squadra in classifica avrebbe giocato in Europa. Con una vittoria saremmo andati in Uefa. Il presidente Calleri ci promise un premio in denaro in caso di successo e qualificazione. Ma fu una promessa inutile. Ricordo i compagni nel pullman, mentre ci avvicinavamo a Fuorigrotta, chiedersi: ma come vinciamo oggi?»
«Nel primo quarto d’ora nemmeno sembravamo in campo. Segnò Baroni subito e praticamente finì lì la gara. Non ricordo nostre occasioni in quella partita, non superammo la metà campo».
«Non avrei mai pensato che il Napoli potesse giocarsi ancora lo scudetto dopo due pareggi, invece…ma venerdì bisogna fare subito gol per mandare un messaggio all’Inter».
«Sì, ma a Como non sarà facile. Se dovesse arrivare la notizia di un Napoli a gonfie vele al Maradona, abbasseranno la tensione e cominceranno a pensare alla Champions, come è giusto».
«Il Napoli ha fatto quello che doveva fare, è stato la squadra che ha sempre mostrato di essere durante tutta la stagione: solida, cinica, compatta. L’occasione nel finale era arrivata».
«Per me, no. Ma ne ho visti anche altri di rigori annullati allo stesso modo dal Var».
«Forse, se non fossero state tutte in contemporanea, non avremmo visto lo stesso spettacolo».
«Gli elementi della storia perfetta ci sono tutti. E poi ci sono tanti intrecci: Luperto e Gaetano, Pavoletti e Caprile sanno bene cosa voglia dire l’aria di Napoli».
«Ha scelto di andare a giocare perché davanti aveva uno dei più bravi. Se dovesse tornare per il dopo Meret, sarebbe all’altezza».
