IL MATTINO| Napoli-Cagliari, lo strano destino di Caprile

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Ci sono incroci particolari nel Napoli-Cagliari di venerdì. Come quello che vede coinvolto Elia Caprile. Il portiere dei sardi è di proprietà del Napoli ed ha vestito la maglia azzurra nei primi mesi della stagione. Una dettaglio non da poco per l’estremo difensore.

 

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Avrebbe potuto vincere lo scudetto. Ma ha deciso di andare via per giocare. E non per guadagnarsi spezzoni di partita alle spalle di Meret. Ha scelto di andare via per seguire la sua strada.
Tra il desiderio e la realtà, però, ci sono decine di gambe e due guantoni, quelli del ragazzo di Verona che era arrivano a Napoli con i gradi di predestinato. Tutto sembrava già scritto: l’arrivo dopo la gavetta, un po’ di attesa e poi i grandi palcoscenici. Tutti parlano bene di lui, si è fatto amare e apprezzare ovunque, ha vissuto l’estero, ha imparato il mondo del pallone in tutte le salse. Ha lavorato con Bielsa, appreso da Nicola. E poi è giovane, futuribile, un asso da conservare. La foto del suo arrivo in azzurro accanto a De Laurentiis sembrò l’inizio di una grande storia d’amore. Sarà in campo venerdì da protagonista del suo Cagliari, dove ha scelto di andare a gennaio con una formula che non lo riporterà poi in azzurro.
Ma Caprile il suo obiettivo l’ha già raggiunto: all’arrivo sull’Isola qualche mese fa gli avevano chiesto di fare tutto per la salvezza. E ci è riuscito, anche con una partita d’anticipo. Mica male. Da assoluto protagonista. Perché le doti, in fondo, non le ha messe in dubbio nessuno. O quasi. E le ha mostrate tutte a Cagliari: la salvezza passa anche dalle sue parate, dalla voglia di rilancio. Il Cagliari ha forzato la mano per averlo, ha spinto forte anche sulla formula: in prestito con permanenza successiva a una cifra anche concorrenziale. Oggi Caprile potrebbe valere già almeno il doppio. Ma perché allora cedere un portiere così talentuoso con il tuo titolare in scadenza e nessun’altra soluzione? I momenti nel calcio fanno la differenza: la stagione delicata con una sola competizione, la voglia di Conte di concedere continuità a un elemento come Alex, quella del calciatore di mettersi alla prova subito da titolare. .
Con Napoli, poi, un legame speciale. Papà Gigi è nato e cresciuto in quella Fuorigrotta che ha già indossato l’abito migliore in attesa della festa. Attende, spera. Non urla, ma sussulta. La conosce bene. Di certo appassionato di colori che stavano per conoscere Maradona. E le origini per i Caprile sono sempre state importanti. Ecco perché quando sulla strada di Elia si è messo il Napoli, papà Gigi è stato il primo a esserne felice. Due mondi che si ritrovavano. Vederlo esordire in azzurro (4 partite giocate) resta una soddisfazione. In campo a pochi metri da un posto del cuore. Casa. Che casa ancora è e lo sarà venerdì. Il cerchio che si chiude. Un viaggio di sola andata. Se lo scudetto arriverà, un pezzetto sarà pure di Elia. Un uomo che ha scelto il pallone prima di tutto”.
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