Nell’edizione odierna de ‘Il Mattino‘ è stata pubblicata una lunga intervista a Gigi Febbrari, preparatore atletico del Napoli ai tempi di Edy Reja.
Di seguito un estratto dell’intervista.
Lei come preparava gare ravvicinate e così stressanti?
«Non c’è una regola ferrea, bisogna dirselo subito. Però io ho sempre pensato di ridurre drasticamente i volumi di lavoro ma non l’intensità».
In che modo?
<< Riducendo il lavoro a secco e dando prevalentemente spazio alle esercitazioni di gioco con il pallone>>.
Cosa cambia nel lavoro quotidiano?
<< Innanzitutto bisogna rispettare i soliti ritmi senza interrompere la routine».
Ovvero?
<<Se solitamente ci si allena al mattino non invertire le sedute con quelle pomeridiane. Questo perché non devi cambiare tutto per essere più performante: quello è un lavoro che hai già fatto e la condizione ottimale è stata già acquisita».
Le è mai capitata una situazione del genere?
<< Una volta a Lumezzane una doppia sfida playoff per andare in finale. Erano due partite ravvicinate e ho sperimentato qualche alternativa».
Tipo?
<<A due giorni dalla prima sfida non ho fatto allenare i ragazzi in campo, ma li ho buttati in piscina. 35 minuti a giocare e divertirsi. Vincemmo 3-1. Un’altra volta mi ero inventato una seduta di yoga, ma non ha avuto successo perché la buttammo a ridere. Ma attenzione: non esiste uno schema preciso. Tutto può variare e ci sono due tipologie di tapering».
Ci dica.
«O lo fai in maniera aggressiva e in un momento riduci tutto, oppure lo fai in modo progressivo, che negli anni è risultato più efficace. Ma non bisogna dimenticare l’aspetto umano».
Ovvero?
<<Devi parlare con i giocatori ed essere molto legato loro e considerare anche quello che viene definito allenamento occulto>>.
Di cosa si tratta?
<<I ragazzi sono con te per alcune ore al giorno, il resto del tempo si devono curare senza trascurare nulla, dall’aspetto dell’alimentazione al sonno. Infatti è un lavoro che va fatto a stretto contatto anche con il medico della squadra e il nutrizionista. I ragazzi devono avere più attenzione nella loro gestione e devono continuare a fare le loro solite cose con più rigore».
Cosa intendeva con riduzione del volume?
<<Se solitamente lavori un’ora e mezza al giorno, riduco di una mezzora ma mantenendo l’intensità. Quindi riduco la durata ma non i carichi di lavoro vero e proprio».
Fonte: Il Mattino
