Il sostituto di Higuain doveva essere il polacco Milik. Ma s’infortunò e Sarri inventò come prima punta Mertens, che sarebbe stato il più prolifico attaccante nella storia del Napoli (148 reti), ovviamente tra i protagonisti nel campionato dei 91 punti. E dopo di lui, anzi nei primi anni insieme a lui, c’è stato Osimhen, il bomber del secondo scudetto, che continua a segnare a raffica coi turchi del Galatasaray in attesa che si decida definitivamente il suo futuro lontano dal Napoli. Alla base della scalata la capacità di trovare i ricambi giusti. Sempre o quasi. Gli errori commessi nell’estate post scudetto sono stati pagati a un prezzo carissimo, con quel decimo posto che rappresenta il secondo peggiore piazzamento del Napoli di De Laurentiis, dopo il dodicesimo con Donadoni nel 2009. Spalletti ebbe le spalle così larghe da non lasciarsi condizionare dalle partenze di calciatori come Koulibaly, Insigne, Mertens e Fabian, diventato un asso nel Psg, e di guidare benissimo la squadra che stravinse il campionato. Conte ha dettato la linea per il mercato – Lukaku, Buongiorno, due ex Premier come McTominay e Gilmour – e il Napoli, con forti investimenti, ha centrato l’obiettivo del ritorno in Champions League.
Dal 2010, saltata una sola stagione in Europa. Ciò si è comunque rivelato utile per Antonio che ha lavorato con una rosa sì ristretta ma concentrata su un solo obiettivo. E adesso prova ad andare oltre. Non si può ritenere soddisfatto né lui, con quello straordinario curriculum, né un club che si è collocato da tempo nell’alta classifica. Fin dai tempi di Mazzarri, quando si sentì nuovamente il profumo di scudetto. Il Napoli di De Laurentiis ha vinto un campionato e si è piazzato quattro volte secondo e altrettante terzo. È il segno di una continuità progettuale che ha consentito agli azzurri di rilanciarsi dopo gli sbandamenti nell’inquietante campionato con tre allenatori. È stato il consolidamento di una realtà costruita passo dopo passo, apprezzata dalla tifoseria. La media di questo campionato è di 50.875 spettatori: così alta non si vedeva dagli anni ‘80-‘90, però c’erano 20mila posti in più a Fuorigrotta. Potenza di un amore.
Fonte: Il Mattino
