Stadio Maradona, ci siamo. Il 5 maggio il Sindaco farà un annuncio

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Stadio Maradona

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Il 5 maggio il sindaco Gaetano Manfredi farà, con ogni probabilità, un annuncio che riguarda lo stadio Maradona. Vale a dire quel giorno spiegherà se lo studio fatto dal Comune per riutilizzare il terzo anello della struttura di Fuorigrotta per allargarne la capienza ha dato l’esito sperato. Stando a quello che trapela lo studio avrebbe dato esito positivo. In buona sostanza, il terzo anello utilizzando la giusta tecnologia potrebbe essere riaperto senza quei fastidi che ha arrecato a chi abita vicino al Maradona prima di essere chiuso: vale a dire il tremolio dei palazzi ad ogni sussulto dei tifosi.

E questo, in ottica ristrutturazione del Maradona – e sull’onda dell’entusiasmo che monta in città per uno scudetto, sarebbe il quarto per gli azzurri, mai stato così vicino quest’anno – significherebbe poter fare i lavori mentre il Napoli continua a giocare le partite. Grazie proprio al terzo anello che garantisce più o meno la stessa vendita dei biglietti alla Società che non accuserebbe così grosse perdite.

 

Di più con il terzo anello fruibile apre realmente alla possibilità di un nuovo Maradona: non più diviso tra anello inferiore e superiore, ma con una sola gradinata – come l’Olimpico di Roma – con la possibilità di avvicinare gli spalti al terreno di gioco. Da sciogliere il nodo pista di atletica che De Laurentiis non vorrebbe e con il Comune che fa resistenza, ma non esiste un tabù pista a Palazzo San Giacomo. A fronte di un progetto della Società corredato da comprovata sostenibilità economica, Manfredi non si opporrebbe ma troverebbe altre soluzioni per l’atletica. La pista – senza troppi giri di parole – sarà di certo oggetto di trattativa tra le parti.

Lo scenario

Le date sono importanti perché l’assessore alle infrastrutture Edoardo Cosenza è l’ingegnere che – con il supporto della facoltà di Ingegneria della Federico II – ha fatto lo studio che, parole di Cosenza, «sarà presentato al Presidente Aurelio De Laurentiis entro il 30 aprile». E ormai ci siamo, anzi c’è più di un motivo per immaginare che la Pec del Comune sia già arrivata al Patron. Tutti hanno fretta – dopo 20 anni di trattative tra tre sindaci e la Ssc Napoli – di scrivere la parola fine a quello che è diventato una sorta di infinito romanzo, vale a dire il restyling del Maradona.

Ci sono una serie di circostanze favorevoli che fanno pensare a un lieto fine, una intesa vicina come non mai negli ultimi quattro lustri. La prima circostanza è una questione tecnica: la legge sugli stadi del Governo che consente di fare investimenti sostanzialmente detassati. E se come pare il ministro Andrea Abodi nominerà un commissario per accelerare le procedure amministrative, le possibilità di avere già entro l’anno del centenario della Società che cade nel 2026 un progetto definitivo sono abbastanza elevate. Terza circostanza Napoli con questo cronoprogramma potrebbe avere entro il 2030 un Maradona ristrutturato a misura di Uefa e ospitare un paio di partite di Euro 2032.

La sinergia

Sui tutto, a far sperare che questa possa essere la volta buona è la sintonia che c’è tra le parti il 5 aprile sulle prospettive del Maradona a parlare è stato proprio Manfredi: «Stiamo lavorando – spiegò il sindaco – stiamo facendo approfondimenti tecnici importanti per trovare soluzioni. Siamo in sintonia con la Società e col Patron De Laurentiis, troveremo la soluzione migliore nell’interesse dei tifosi napoletani e della città. Sul terzo anello si stanno facendo indagini tecniche utilizzando tecnologie moderne. I primi dati ci danno fiducia, con interventi non eccessivi si potrà ridare agibilità ad un anello bloccato per eccessive vibrazioni».

MODELLO OLIMPICO

Da allora telefonate, messaggi e progetti corrono su whatsapp e le rispettive Pec. De Laurentiis e il Comune si scambiano informazioni per esempio sul “modello Olimpico” di Roma: lo stadio della Capitale è grande quanto il Maradona come superficie, la capienza con il terzo anello sarebbe la stessa della struttura romana e ha la pista di atletica come l’impianto di Fuorigrotta. Il Maradona è uno stadio storico ma è molto avanti rispetto allo stesso Olimpico e anche al Meazza di Milano sul fronte della raggiungibilità. Il Maradona è raggiungibile con ben tre metropolitane già funzionanti e in espansione: quella storica delle Fs, la Linea 1 collegata già con la Linea 6 che si ferma esattamente a cento metri dallo stadio e l’Eav con la Cumana che arriva già allo stadio e si sta allargando con altre fermate nell’area occidentale.

 

All’Olimpico si arriva solo con il bus o con l’auto. Per la Uefa è il secondo requisito in ordine di importanza per avere la chance di ospitare l’Europeo di calcio. E Napoli su questo è più avanti degli altri competitor inclusa la grande Milano. Ed è un requisito che riduce la distanza anche con De Laurentiis la cui preoccupazione è quella di avere più posti auto. Con il trasporto pubblico i tifosi possono arrivare a Fuorigrotta facilmente a prezzi contenuti e soprattutto presto.

 

Lo studio

Veniamo allo studio tecnico su copertura, terzo anello e pista di atletica. Il Patron ha verificato di persona che costruire un nuovo impianto a Napoli è a oggi sostanzialmente impossibile. De Laurentiis ha capito anche che uno stadio con una capienza ridotta non fa al caso di Napoli ne serve uno da circa 70mila posti, la domanda è elevatissima e farebbe incassare molto di più alla Ssc Napoli. L’apertura del terzo anello consentirebbe di arrivare a quella capienza, e soprattutto consentirebbe di fare i lavori nei vari settori dello stadio in costanza di campionato e delle gare degli azzurri. L’anello inferiore è contro lo spettacolo: da li sotto a stento si vede il terreno di gioco. Nonostante quei sediolini costino quanto quelli dell’anello superiore. Di qui la tentazione del modello Olimpico di Roma dove c’è solo uno scalone che inizia e digrada fino al terreno di gioco, cosa che migliorerebbe moltissimo la visione della partita a tutto il pubblico.

 

Comune e società

Tra Comune e Presidente su queste tematiche c’è uno scambio di informazioni intenso. Questi sono gli scambi tra le parti, quindi non più ragionamenti ma atti concreti. Il 5 maggio è presumibile che Manfredi avrà incassato già la risposta del Patron sullo studio del Comune. E quindi annuncerà o l’accordo sui lavori oppure che se li caricherà in qualche modo Palazzo San Giacomo. Nella consapevolezza che Napoli è una Zes – Zona economica speciale – e quindi ci sono sgravi per chi investe e che la legge sugli stadi allo stesso modo prevede credito agevolato agli investitori. Insomma, l’opzione di rivolgersi al mercato per trovare le risorse per ristrutturare il Maradona nella testa del sindaco c’è sempre. Lo si può definire il piano B atteso che l’ex rettore vorrebbe che fosse De Laurentiis a fare i lavori per ovvi motivi. Tant’è, mai come in questo momento sembrano essere state gettate le basi per un accordo: De Laurentiis si è convinto dell’impossibilità di costruire un nuovo stadio, il Comune farà la sua parte e il Governo ha messo in campo gli incentivi.

 

FONTE: IL MATTINO

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