Mazzocchi si racconta: “Dalla periferia al sogno, ma ho ancora fame”

«Io, che dormivo con il giubbino perché senza un euro»

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Il ragazzo di periferia gioca nella squadra che può portare il quarto scudetto a Napoli, ma spesso ripensa ai primi giorni della sua carriera, orgogliosamente iniziata in serie D. E Mazzocchi, che ce l’ha fatta a diventare un calciatore di serie A e nella squadra del cuore, rivede «Pasquale piccolo» ai suoi inizi e ha un sussulto: «Quando diventi agiato pensi da dove sei partito e ti torna la fame». Si è raccontato a “Drive&Talk” in un’intervista a bordo dell’auto diretta al campo di Caste Volturno diffusa dal Napoli sui propri canali social e riportata da Il Mattino. E ha parlato di se stesso, in fondo del suo esempio.

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Mazzocchi è partito dal basso e lo rivendica. A dicembre 2023 giocava con la  Salernitana e lo prese il Napoli che navigava in brutte acque. De Laurentiis spese tre milioni per il terzino, che fece un amarissimo debutto: entrò nel secondo tempo sul campo del Torino e venne espulso dopo quattro minuti per un fallo scoperto al Var. A Napoli ha ascoltato fischi e poi applausi, come è accaduto dopo l’ultima partita giocata da titolare contro l’Empoli. «È stata la vittoria dei Mazzocchi, dei Billing…», commentò Conte, che al ragazzo di Barra ha dato fiducia, utilizzandolo in più ruoli. Sette gare da titolare, le altre partendo dalla panchina. Con una grande carica, quella che a Torino, al debutto in maglia azzurra, lo aveva portato a strafare e a beccare il cartellino rosso.

La storia di Pasquale è quella di un bambino che viveva col pallone per strada, esercitandosi di destro e sinistro, provando a palleggiare di testa per cinque minuti di fila. «E quando cominciai a fare il calciatore non uscivo la sera con gli amici perché pensavo al giorno dopo: all’allenamento, all’alimentazione mangiare… Una cosa non bisogna soltanto volerla ma anche lavorare per averla», ha spiegato in questa intervista dove ha raccontato, prima della gioia di indossare la maglia del Napoli, i sacrifici fatti. «Ci sono state notti in cui ho dormito con il giubbino addosso perché non avevo un euro ed ero lontano da casa». E poi: «Fingevo di avere mal di testa e non uscivo con gli amici a mangiare il gelato perché non avevo soldi»È un professionista, può permettersi qualche lusso, ma non esagera. Per rispettare gli sforzi della famiglia che lo aveva spinto a non mollare, quando era lontano da casa e soffriva, e la sua storia. Legge tanto. Libri, soprattutto autobiografie di grandi personaggi. «A volte leggere le storie degli altri ti aiuta tanto. La lettura ti apre la mente. Mi porto un libro dietro e cerco di leggere». Approfondimenti, non fugaci letture. Lo ha colpito l’autobiografia di Javier Zanetti, storico capitano dell’Inter. «Un punto di riferimento, un uomo dalla mentalità forte». L’altra passione di Mazzocchi è disegnare. Alcuni dei suoi disegni li ha direttamente tatuati: il quarto scudetto potrebbe essere il prossimo. mazzocchi

I libri e i disegni

Ha ascoltato anche i fischi al Maradona, si è amareggiato per commenti social dopo alcuni errori. Ma ha la forza di una carriera costruita lontano dai grandi club. «Ricordo tutti quei momenti, ogni sacrificio. Cosa vorrei dire al piccolo Pasquale? C’è ancora tanto da fare». Nella partita con l’Empoli ha sostituito Di Lorenzo, il capitano, squalificato. Poi è tornato in panchina ma non a fare tappezzeria perché per Conte è uno dei primi cambi. L’allenatore sa quanto contino i gregari per le fortune di una squadra. Mazzocchi era riuscito a conquistare l’attenzione di Mancini, quando era il ct dell’Italia campione d’Europa. Lo convocò nel settembre 2022 per due partite di Nations League, facendolo esordire contro l’Ungheria. Primo calciatore della Salernitana a giocare in Nazionale. E adesso il sogno di vincere lo scudetto e festeggiarlo nella sua città, lui unico napoletano del Napoli. Ha il contratto fino al 2027 e la stima di Conte. Conosce i tempi del calcio, non è questo il momento per affrontare con il suo procuratore Marco Sommella il discorso sul futuro. Ci sono ancora cinque partite per fare impazzire di gioia Napoli.

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