A volte ritornano. Anche i problemi. Come già successo tra febbraio e marzo, Conte dovrà “sostituire” Neres. Un’assenza pesante, senza ombra di dubbio. Scrive il CdS: “Per 49 giorni e cinque partite Conte ha giocato prima con il 3-5-2 e poi, a Venezia, con il 4-2-4 o 4-4-2 che dir si voglia. Con Raspadori a sostegno di Lukaku e McTominay più largo a sinistra. La formula a due punte è al vaglio, consentirebbe di avere più peso in attacco e il dialogo tra Rom e Jack s’è dimostrato di qualità e produttivo ogni volta che l’allenatore li ha schierati insieme. McT, tra l’altro, ha un impatto atletico, un’intelligenza e una duttilità tattica tali da poter serenamente partire in una posizione diversa, più decentrata, con Olivera alle sue spalle nella difesa a quattro. La soluzione a due punte è una, non l’unica: l’altra possibilità egualmente possibile è la conferma del tridente con Spinazzola a sinistra del tris con Lukaku e Politano. Come a Monza, insomma. Il 4-3-3, del resto, è stato il sistema di gioco attraverso cui il Napoli ha costruito le sue fortune e le sue ambizioni scudetto più che con ogni altro modulo adottato. Il dubbio resta ed è vivo, anche perché come sempre sarà prioritaria la ricerca dell’equilibrio, il vero segreto del successo della squadra di Conte.”
