“Erano lì per assicurarsi che Diego non bevesse alcolici, invece è morto di infarto”, parla Stinfale, amico e avvocato di Maradona

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Il processo per la morte di Diego Armando Maradona va avanti, e a deporre nell’ultima udienza è stato Victor Stinfale, avvocato e storico amico del Pibe. Il Corriere dello Sport scrive: “«Era un mio amico personale, un mio cliente, l’ho spesso consigliato». Si è presentato così, per la sua deposizione, l’avvocato Victor Stinfale, legale storico di Maradona, in occasione dell’undicesima udienza del processo per la morte dell’argentino che si sta svolgendo da inizio marzo al tribunale penale di San Isidro, Buenos Aires. La conclusione è prevista in piena estate. Sono diverse le sue frasi forti, una fa ancora rumore in Argentina: «Erano lì per assicurarsi che Diego non bevesse alcolici, invece lui è morto di infarto. Il vero problema non era la dipendenza, era il cuore». Il riferimento è all’intera equipe medica: sono sette gli imputati accusati di, “omicidio colposo con dolo eventuale”, che ora rischiano fino a 25 anni di carcere.
L’OPERAZIONE. In prima linea c’è il chirurgo Leopoldo Luque. Proprio con lui, uomo di fiducia di Diego, Stinfale aveva avuto un’accesa discussione prima dell’intervento chirurgico per ematoma subdurale: «Non volevo fosse lui a operarlo. Ho anche minacciato di buttarlo dalla finestra, lo ammetto. Mi aveva assicurato che l’operazione sarebbe stata semplice. Io non lo conoscevo, ma penso abbia dimostrato gelosia professionale. E poi sembrava più un amico che un medico». L’avvocato ha anche detto di aver partecipato alla riunione presso la Clinica Olivos in cui era stato deciso di ricoverare l’argentino nella purtroppo nota “casa degli orrori” di Tigre dov’è morto il 25 novembre 2020 all’età di 60 anni. Stinfale ha aggiunto: «Sono anche convinto che se Veronica Ojeda si fosse preso cura di lui, non sarebbe morto». Perché l’ex compagna non era accanto al Diez era stata proprio lei a spiegarlo nella sua recente testimonianza: «I medici l’avevano sequestrato».
PRIMO ALLARME. Il legale ha dichiarato di essere stato con Maradona una settimana prima del suo sessantesimo compleanno: «L’ho visto nella casa di La Plata, avevamo organizzato una partita di calcio affinché potesse svegliarsi. Già allora lo vedevo depresso, era nascosto in una poltrona. Mi parlava della sua relazione difficile con Rocio Oliva e assumeva Alplax come caramelle». Il riferimento era a un farmaco per trattare l’ansia e gli attacchi di panico. «Diego prendeva e perdeva peso, mai avrei pensato potesse morire. Per me era immortale. Ma allo stadio del Gimnasia, il 30 ottobre, nel giorno del suo compleanno, aveva un aspetto terribile»”.

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