Marchegiani ne è testimone: “Napoli, si può rimontare”

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Le rimonte nel campionato di serie A non sono mai state tantissime, soprattutto negli ultimi anni. Ma certamente tra le più clamorose c’è quella della Lazio di Eriksson nella stagione 1999-00 ai danni della Juventus. Il portiere di quella Lazio era Luca Marchegiani (oggi opinionista di Sky Sport) che a distanza di anni ricorda ancora quella cavalcata e quel sorpasso all’ultima curva. Ne parla a Il Mattino: 

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Partivate anche voi da – 3 a sei giornate dalla fine.
«E a dirla tutta noi siamo stati anche-9 dalla Juve in quella stagione».
Eppure non vi siete mai arresi.
«Vincemmo lo scontro diretto a Torino con gol del Cholo Simeone a sette giornate dalla fine e ritrovammo entusiasmo».
Ecco, allora cosa serve al Napoli per credere nella rimonta sull’Inter?
«Entusiasmo appunto. È il fattore che può fare la differenza e che in una città come Napoli non sarà difficile da trovare».
Cosa intende?
«Per rimontare serve fiducia e l’entusiasmo si porta con sé la fiducia. Il Napoli si sente da tempo all’altezza dell’Inter e forse l’entusiasmo che può essere determinante in questo momento è la spinta dell’ambiente che ti accompagna durante tutta la settimana. L’Inter ha grande consapevolezza ma ha delle distrazioni infrasettimanali, seppur meravigliose, e sentirà di meno la spinta che invece io penso la città di Napoli darà alla squadra. Arrivare al campo con la spinta di un ambiente conta tanto».
Ritorniamo alla vostra impresa: quanto contò l’effetto Eriksson?
«Sven incise molto perché riusciva a togliere le pressioni dalla squadra in una maniera incredibile. E soprattutto aveva quel suo modo di mettere a riparo i giocatori da critiche. Fu prezioso soprattutto quando eravamo a -9 dalla Juve. È stato sempre in grado di far sì che noi pensassimo solo alle partite».
E oggi quanto possono influire Conte e Inzaghi?
«In un testa a testa così l’allenatore conta tantissimo. Molto di più di quanto conterebbe in un percorso normale di una squadra. Perché deve essere bravo a trasformare pressioni e opportunità in motivazioni giuste e non in elementi che magari appesantiscono la testa dei giocatori».
In quel duello del 2000 Simone Inzaghi era con lei nella Lazio mentre Antonio Conte era suo avversario nella Juventus: oggi la rivalità ritorna, ma sulle panchine di Inter e Napoli. C’è un favorito secondo lei?
«Non so. È vero che Conte è abituato a vincere ed è famoso per tirare fuori il meglio dai giocatori che ha a disposizione, ma dall’altra parte Inzaghi è un allenatore bravo che è comunque riuscito a creare una squadra estremamente consapevole. Non ha difetti dal punto di vista della gestione del gruppo. Diciamo che non vedo uno superiore all’altro».
Mentalmente come si vivono le settimane da inseguitrice?
«Quando sai che un risultato non dipende solo da te ogni partita ha sempre un pizzico di pressione e preoccupazione in più perché comunque vincere potrebbe non bastare. Ma è anche vero che quando la distanza è così ridotta la pressione ce l’ha anche chi sta davanti».
Secondo lei come può andare a finire?
«Sulla carta l’Inter ha delle partite impegnative. E questo da spinta e fiducia. Così il Napoli ha maggiori possibilità di poterci credere. In un campionato come questo 3 punti a 6 giornate dalla fine non sono nulla. Le ultime tre partite hanno ridato al Napoli quella fiducia e quella credibilità che prima del Milan non c’erano più. Sembrava che la squadra avesse perso un po’ la magia che l’aveva fatta stare in testa alla classifica. Ma ora la squadra sta rispondendo alla grande».
Giocare prima o dopo dell’avversario in termini di giorni e orari può influire?
«Il giusto, ma senza esagerare. Per la gestione emotiva dei giocatori non credo che sia un peso eccessivo, tanto entrambe le squadre sanno che devono vincere le proprie partite».
Quale è il punto di forza del Napoli?
«Ha un vantaggio enorme rispetto a noi di quella Lazio: ha vinto da poco e quindi sanno come gestire la situazione. Non la vivono come una occasione unica. Il rischio di chi insegue è giocare la partita come se fosse l’unica occasione della vita. Aver già vissuto certe situazioni ti aiuta ad affrontarle in maniera più logica».
Gli uomini scudetto da una parte e dall’altra?
«Dico Lautaro e Thuram per l’Inter, McTominay e Anguissa per il Napoli».
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