“La sua avventura con Conte è cominciata da titolare e da protagonista. Mazzocchi ha giocato a destra le prime quattro di campionato. Era lui la prima opzione nel primo modulo stagionale, il 3-4-2-1, con Di Lorenzo alle sue spalle e con Politano esterno offensivo più accentrato. Verona, Bologna, Parma, Cagliari e poi l’arrivo di McTominay e il passaggio al 4-2-4 che lo ha costretto alla panchina. Dalla Juve in poi, 21 settembre, è cominciato un altro campionato. Mazzocchi ha accettato sempre col sorriso il ruolo di alternativa. Scrive il Corriere dello Sport.
Veniva premiato nel finale, a lui si affidava Conte quando c’era da difendere un risultato. Sfruttava la sua freschezza atletica, quella grinta e quel senso di appartenenza che spesso in campo si traduceva in uno sprint convinto, una rincorsa senza fiatone. In totale, per ora, sono 19 le presenze complessive, di cui 2 in Coppa Italia. 31 da quando è al Napoli. Oltre un anno fa la chiamata di una vita. In lacrime, Mazzocchi chiese a Walter Sabatini, entrando nel suo ufficio, di lasciarlo partire: lo ha raccontato di recente l’ex ds della Salernitana. Una bella favola, la sua, alle porte dei 30 anni da compiere a luglio: c’è sempre tempo per realizzare i sogni ma lunedì converrà piantare per bene i piedi a terra. Pasquale da Barra lo sa. Lo fa da una vita”.
