Mauro: “Se il Napoli gioca come sabato diventa quasi imbattibile”

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L’uomo che dribblava tra le stelle, ora se ne sta a guardarle da vicino, con lo sguardo ammirato di chi vuole godersele fino all’ultimo secondo. Massimo Mauro ha vissuto dal campo, dalla scrivania – e ora lo fa da opinionista di Mediaset – un calcio affascinante. Questa l’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport:

 

Mauro, che cosa è cambiato da sabato sera, dopo Napoli-Inter?
“C’è una certezza in più: Conte si può fidare di Gilmour e di Billing. E pure Okafor, nei pochi minuti giocati, ha dato il suo contributo. Non è poco se ci pensiamo bene. Si è improvvisamente allungata la squadra, dalla quale ha ricevuto ulteriori risposte lusinghiere e decisive nel momento in cui è stato indispensabile tentare l’ultimo strappo per pareggiarla”.
Da Napoli-Inter si esce con alcune considerazioni quasi nette.
“Che se il Napoli gioca da squadra, come è riuscita a fare complessivamente nei 90’ di sabato, diventa quasi imbattibile: zero tiri subiti nella ripresa ma complessivamente un’ora e mezza con la personalità del proprio allenatore. E l’Inter costretta a comportarsi come una provinciale, che non è ovviamente un’offesa, perché lo ha fatto anche bene e a 3’ dalla fine stava portando a casa la vittoria in uno sconto diretto. Non è mica un dettaglio saper interpretare in un certo modo le partite, che nascono in un modo e si sviluppano in un altro. Sarà un finale meraviglioso, l’incertezza rende tutto bellissimo“.
A Napoli si rimpiange Kvaratskhelia: ci fosse stato lui….
“Non per andare controcorrente ma è stato giusto così. Era impossibile rinunciare a tutti quei soldi, settantacinque milioni di euro che sono tanti, ma proprio tanti. Non cederlo avrebbe potuto creare altro, per esempio una crisi di rigetto nel calciatore, che per sei mesi avrebbe potuto starsene scontento per quest’occasione perduta del Psg”.
Che cosa le è piaciuto di più della partita?
La capacità del Napoli di oscurare Thuram e Lautaro Martinez, isolati dal resto dell’Inter, che ha avuto pochissime occasioni pure nel primo tempo. E di Inzaghi, l’umiltà nel sopportare le folate dei ragazzi di Conte che, per ribadirlo, combatterà sino alla fine e magari ci riuscirà pure”.
E c’è anche qualcosa che non le è piaciuto.
“La barriera del Napoli sulla punizione dello 0-1. Il capolavoro rimane, Dimarco è stato esemplare nella battuta, ma a me non ha convinto la disposizione degli uomini. Perché ci è andato Spinazzola come primo a destra? Non è piccolo, certo che no, ma c’è chi ha più centimetri. Magari sarebbe passata lo stesso, chi può dirlo?, però almeno l’opposizione sarebbe stata più sostanziosa”.
Chi lo indirizza questo braccio di ferro?
“Delle tre, ognuna ha il proprio braccio armato. Le punte, chiaramente, ma anche altri: del Napoli penso a Politano, McTominay e Di Lorenzo. Ma ci metto dentro pure Anguissa, che fino a quindici giorni fa era incontrollabile e ci aggiungo Neres. Loro due possono essere fondamentali: due fattori”.
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