Due anni fa, un’intervista di Philip Billing suscitò molto interesse. In risposta alle misure adottate dalla Federazione calcistica inglese per limitare i colpi di testa, il centrocampista esprime la sua opinione. “Ho sempre avuto una predisposizione per giocare con i piedi, mentre in Inghilterra, quando vedono un giocatore alto, pensano subito che debba essere bravo di testa. Ma è una qualità che o hai o non hai. Per essere un buon colpitore di testa, serve un’aggressività che nasce dentro di te, una spinta a lanciarti sulla palla anche quando ci sono cinque avversari davanti. Personalmente, se in partita sono indeciso se fare o meno un contrasto contro un avversario più grande di me, evito di saltare, a meno che non sia fondamentale per fermarlo prima che arrivi in porta. Sono prudente con i colpi di testa; vedo troppi calciatori che si ritirano in cattive condizioni. Preferisco evitare impatti con la testa, mentre ad altri sembra non importare. Ma per me, è una cosa importante.”
Il suo arrivo al Napoli rappresenta un passo significativo nella carriera del danese. “È un grande obiettivo raggiunto, la città mi sta accogliendo con un affetto incredibile, sento il calore della gente. E questo è fondamentale per un giocatore, perché quando scendi in campo, hai bisogno di sentire quel fuoco dentro di te.” L’approccio di Conte ha permesso a Billing di adattarsi rapidamente. “È una delle ragioni per cui ho scelto di trasferirmi, ovviamente. È un vincente e ti fa migliorare.” Il processo di adattamento è stato rapido e positivo. “Qui ci sentiamo come una famiglia, non posso che dire cose belle su questo gruppo. Guardo molto a McTominay e Anguissa, che combinano fisico e tecnica e hanno esperienza in Premier League. Ma in Serie A è diverso, qui serve molta più intelligenza tattica.” E a Billing, questo non manca di certo.
Fonte: Gazzetta dello Sport
