Successo della SSC Napoli nella vicenda caos Anguissa/Agenti. Parla l’avv. Grassani
Il nome di Anguissa è finito, suo malgrado, al centro di una curiosa vicenda giudiziaria. Una commissione legata al suo contratto, infatti, ha aperto un contenzioso che due giorni fa si è risolto con successo a favore del club di De Laurentiis, rappresentato dall’avvocato Mattia Grassani. Dopo una decina di udienze, c’è stata la prima pronuncia di merito che ha ritenuto corretta la posizione del Napoli circa l’esistenza di un debito di soli 14.500 euro, peraltro già onorato dal club.
LA STORIA. Il tribunale di Ascoli Piceno ha dichiarato “del tutto infondata” la richiesta della signora Flavia Tacconelli, la madre di un legale-procuratore, Alessandro Pettine, indicato come referente italiano dagli agenti francesi del giocatore, la quale si dichiarava creditrice del figlio di circa 700 mila euro e proponeva atto di pignoramento (con valore superiore a 1 milione) nei confronti del Napoli e dello stesso Anguissa. Dopo numerosi colpi di scena, tra cui la produzione di contratti riportanti parti del testo fotomontate e disconosciute, tutto questo mentre Pettine veniva travolto da un altro caso giudiziario e messo agli arresti domiciliari, Tacconelli mercoledì è stata condannata al pagamento, in favore del Napoli, di oltre 45 mila euro a titolo di spese legali. «Giustizia è stata fatta – ha dichiarato il legale Grassani – non si può tollerare che, nei rapporti tra società e agenti, questi ultimi possano rivendicare cifre milionarie per contratti mai procacciati al club. Il rinnovo di Anguissa con il Napoli avvenne senza alcuna assistenza di questo avvocato-agente ma, nonostante ciò, tale personaggio ha avuto l’ardire, attraverso la propria madre, di ingolfare, per oltre 2 anni, le aule di giustizia del Tribunale di Ascoli Piceno e citare in giudizio il Napoli in svariati procedimenti». Ma non finisce qui. «Pende ancora un procedimento penale per truffa aggravata a carico suo e della lui madre e attendiamo fiduciosi l’esito anche di questo giudizio», ha concluso Grassani. Fonte: CdS

