VAR migliorabile: secondo giallo e angoli, ma i numeri sono a favore della tecnologia
In Serie A senza VAR avremmo avuto l'8,49% di errori nella scorsa stagione
Le polemiche arbitrali non sono state frenate dall’introduzione del VAR, anzi la tecnologia è diventata la destinataria delle lamentele di giocatori, allenatori e dirigenti: da Ibrahimovic che critica la scelta del secondo giallo dato a Tomori da Pairetto (l’arbitro non sarà fermato perché l’ammonizione era corretta), a Palladino che contesta l’assegnazione di un angolo all’Inter quando il pallone era nettamente fuori, da cui nascerà il vantaggio nerazzurro. Più che gli arbitri, sono gli assistenti ad aver perso potere decisionale, spesso non segnalando fuorigioco evidenti e affidandosi completamente al VAR. Il protocollo al momento prevede l’intervento del VAR per 4 casi: espulsione diretta, scambio d’identità, gol, rigore. Nella riunione dell’Ifab del 1 marzo si discuteranno eventuali migliorie che le maggiori leghe, tra cui la Serie A, chiedono: secondo giallo e calcio d’angolo sì/no. La Figc aveva aperto anche alla sperimentazione del VAR a chiamata, ma a livello internazionale restano forti dubbi. Tuttavia, nonostante le polemiche, nel nostro campionato i numeri sull’utilizzo della tecnologia sono positivi: nella scorsa stagione solo 12 errori in 380 partite, uno ogni 2850 minuti (recuperi esclusi), con 5,1 check in media a partita. Di questi solo 3 sono stati commessi nel girone di ritorno e la qualità dei nostri arbitri continua a essere elevata: a livello internazionale i fischietti italiano sono i più utilizzati in assoluto, con 15% rispetto all’11% della Premier. Secondo alcuni report, se non ci fosse stato il VAR nel 2023-24 avremmo avuto l’8,49% di errori. Grazie alla tecnologia, di fatto, questo margine è stato abbattuto allo 0,84%.
Fonte: Corriere dello Sport
