È finito il tempo della polvere sotto al tappeto
Il calcio italiano ha un assoluto bisogno di essere ripensato
Juventus e non solo: la Serie A rischia l’immagine
Che il calcio italiano non se la passasse bene, sia dal punto di vista economico sia da quello dell’appeal mediatico, era sotto gli occhi di tutti. Se guardiamo ai successi sportivi ottenuti sul campo, l’ultimo risale all’Europeo vinto con Mancini nell’estate 2021, che di per sé può fare poco o niente per risollevare l’Italia del calcio. La mancata qualificazione al Mondiale per due anni di fila conferma che c’è ancora da lavorare e anche molto. C’è da aggiungere in positivo la qualificazione di 3 squadre su 4 agli ottavi di Champions. Ma anche qui, rispetto al quadro generale, siamo al semplice contentino.
Questi aspetti riguardanti la Nazionale sono soltanto elementi che servono per chiarire la complessità e la gravità di un quadro che ha necessariamente bisogno di essere riassemblato, in ogni suo lato. Dalla cornice all’immagine. Dalla credibilità all’economia passando per dei controlli serrati e una rifondazione totale.
Ma la vera questione all’ordine del giorno per il calcio italiano è un’altra, e riguarda il terremoto che ha sconvolto il mondo della Serie A, con la Juventus a capo di tutto. Un terremoto finanziario che ha portato alle dimissioni in blocco dell’intero CDA bianconero, dal presidente Andrea Agnelli al vice-presidente Pavel Nedved, passando per Maurizio Arrivabene e tutti gli altri membri della dirigenza juventina.
12 persone più la Juventus, valutata come soggetto giuridico, indagati e rinviati a giudizio dalla procura di Torino. Insieme al club bianconero, non è escluso che nell’indagine possano finire anche altri club come Atalanta, Genoa e Sassuolo, accusati di aver fatto affari di mercato ‘Illegali’ con la stessa Juve. Magari lo “scambio di favori” si è riversato anche sul campo, nessuno con certezza può affermare il contrario.
In attesa di capire quando ci sarà l’udienza preliminare e l’eventuale processo con successiva sanzione o condanna, vediamo quali sono i reati contestati alla società piemontese e i suoi dirigenti.
Le accuse:
1) Diffusione di notizie false e manipolazione del mercato\Aggiotaggio
2)False comunicazioni sociali di società quotata in borsa
3)Emissione di fatture false
4)Ostacolo dell’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza

Tutte ipotesi di reato che potrebbero portare a una seria punizione per gli imputati ( rischio reclusione ), club compreso. Dalla semplice ammenda alla penalizzazione in classifica fino alla retrocessione in categoria inferiore e\o esclusione dal proprio campionato nazionale.
A tal proposito si è mossa ufficialmente anche l’Uefa che ha richiesto le carte delle accuse alla procura di Torino per indagare su possibili violazioni del FPF. Anche sul fronte europeo, potrebbe delinearsi un futuro tragico per la Juventus con l’esclusione dalle coppe europee.
La famosa “Carta Cristiano Ronaldo”, con i 19.9 milioni di euro ancora da pagare all’ex Real Madrid è solo una delle questioni in ballo. Il fuoriclasse portoghese vorrebbe dalla Juve la parte mancante del suo ingaggio nel proprio trascorso bianconero. Dall’altro lato, il club sostiene di aver garantito quei soldi. Ma la questione non è isolata. Le false comunicazioni sociali della Juve sono da rintracciare in vari aspetti: falso in bilancio, “manovra stipendi” con scritture private illecite concordate tra società e giocatori e le plusvalenze fittizie nell’inchiesta “Prisma” con le numerose intercettazioni che non lasciano spazio ad interpretazioni. Da Paratici, ex dirigente bianconero a Giorgio Chiellini. Le frasi che hanno accelerato le indagini sono eloquenti.
«Tanto la Consob la supercazzoliamo…». «Un solo paragone: Calciopoli. Lì c’era tutto il mondo che ci tirava contro, questa ce la siamo creata noi» sono solo alcune delle conversazioni intercettate tra i dirigenti Juve.
Breve pillola:
L’inchiesta “Prisma” partì nel mese di maggio del 2021 e poggia le sue basi sull’indagine della Covisoc (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistich della FIGC, ndr) che individuò 62 operazioni di mercato sospette, di cui 42 concluse proprio dalla Juventus. Finiscono sotto la lente d’ingrandimento le cosiddette “operazioni a specchio”, ovvero quelle operazioni di mercato che prevedono contropartite tra società, poco movimento di denaro e, conseguentemente, effetti positivi sui bilanci dei due club implicati.
A cura di Simone Di Maro
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