Giuntoli/Kvara, il d.s. racconta la trattativa del talento georgiano

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Ad Agosto è stato premiato come giocatore del mese e l’altra sera contro il Liverpool si è messo in mostra nella notte Champions. Kvica Kvaratskelia è al momento il giocatore che sta facendo sognare Napoli e i suoi tifosi. Il d.s. del club partenopeo, attraverso il CdS, racconta la trattativa per il georgiano.

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« La prima volta che ho visto Khvicha in un video eravamo nel cuore del lockdown. Lui avrà avuto diciannove anni, ma già bravo con i piedi. C’era ancora Rino e ci piacque subito, ricordo che chiamammo Kaladze per saperne di più. Aveva fatto un passaggio al Lokomotiv Mosca, senza stupire, ma al Rubin Kazan stava andando meglio. Ci chiesero trenta milioni, chiudemmo i contatti prima ancora di iniziare una trattativa. Eravamo dietro a Osimhen, non potevamo puntare tanto su un ragazzo. Però mi rimase in testa. Quando a febbraio scoppiò il conflitto in Ucraina, lui tornò in Georgia alla Dinamo Batumi. Ci fiondammo lì con il contratto. Abbiamo chiuso per dieci milioni»: mentre Cristiano Giuntoli racconta, brillano ancora sul Maradona i lampi accesi dal suo ultimo colpo di mercato nella notte del Liverpool. Il giorno dopo l’impresa, Kvaratskhelia non è più l’oggetto misterioso da scoprire, ma una sorgente di speranza per una città che torna a crederci. «Siamo stati più rapidi di Juve, Roma e Real Sociedad – dice con orgoglio il diesse azzurro – perché lui non era mai uscito dal nostro taccuino».

A Spalletti è piaciuto subito? «Sì, che fosse un talento non c’erano dubbi. Quando il ragazzo è venuto in Italia per la firma, gliel’ho mandato a casa, a Milano. Si sono intesi all’istante. Però una cosa era prendere Kvarastkhelia, un’altra era prenderlo al posto di Insigne. La scommessa era tanto, troppo impegnativa. Ma abbiamo voluto giocarla e oggi posso dire che l’abbiamo vinta».

Però qualcuno dice: vedrai che prima o poi impazzisce, com’è accaduto altrove. Lei non lo teme?
«Proprio no. Da noi non accadrà. È un talento speciale, perché non ha un solo spartito. È un camaleonte, cambia l’allenamento per ogni partita. Fa un calcio liquido in fase di possesso e solido in fase di non possesso. Alterna palleggio e verticalità. È il più completo di tutti. Il Liverpool gli ha dato campo, e lui ha fatto con Klopp quello che Klopp fa con gli altri. Lo ha steso».

La Redazione

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