ESCLUSIVA – P. Parente, allenatore e consigliere AIAC: “Sono tutti proiettati all’utilizzo della palla, durante l’intero allenamento”

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ESCLUSIVA – Intervista in esclusiva a Pietro Parente, allenatore Uefa B, presso l’ASD Olimpique Grazzianise, e consigliere per l’AIAC (Associazione Italiana Allenatori di Calcio), per la sezione di Caserta:

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Mister ci spieghi bene il ruolo dell’AIAC Caserta ed il suo ruolo da consigliere?

“Il consiglio direttivo dell’AIAC Caserta è stato rinnovato nel gennaio 2021, il presidente uscente Bartolomeo Romanazzi è stato rieletto; ho il piacere di far parte di questo gruppo, e nella primissima riunione fatta c’è stata grande partecipazione e collaborazione da parte di tutti noi eletti. Sono venute fuori tante idee interessanti che ci siamo prefissati di realizzare nei prossimi mesi; la prima cosa fondamentale è far arrivare a tutti gli allenatori il ruolo chiave dell’AIAC che funge da garante dei loro diritti; oltre ad assicurare assistenza legale gratuita agli iscritti e tramite il sito Myaiac una infinità di corsi, convegni, webinar; con tecnici ed esperti del settore in modo tale da potersi aggiornare o semplicemente ampliare la propria conoscenza sui vari aspetti del calcio, da quello tecnico a quello psicologico.

Su questa scia noi, come gruppo AIAC Caserta, abbiamo programmato un ciclo di 3 incontri con gli staff tecnici delle società della provincia che militano nel campionato di Serie D; il primo c’è stato nel dicembre scorso con il Real Aversa e siamo in fase di organizzazione per quelli con la Casertana ed il Gladiator

Come si è evoluto il calcio negli ultimi anni, visto anche l’avvento della pandemia?

“Questa domanda ci permette di svariare dal calcio professionistico a quello dilettantistico finendo poi al quello giovanile e delle scuole calcio. La pandemia negli ultimi 2 anni ha rivoluzionato il calcio soprattutto dal punto di vista economico; le squadre del pianeta hanno subito grosse perdite economiche e conseguentemente gli investimenti sono stati limitati. Abbiamo assistito anche ad un altro aspetto non di poco conto, nei periodi in cui si giocava a porte chiuse le partite erano più belle e ricche di gol. Secondo me ha inciso l’assenza di pubblico e quindi i calciatori si sentivano più liberi di provare le giocate senza avvertire la pressione del tifo.

EsclusivaNel settore dilettantistico la pandemia ha causato la “scomparsa” di diverse società che non sono riuscite a far fronte ai costi, senza ovviamente adeguate entrate e soste forzate. Nel calcio giovanile, e soprattutto nelle scuole calcio, almeno per quanto riguarda la mia esperienza personale, ho notato una duplice influenza; una positiva rappresentata dalla voglia di ripartire e riprendere a divertirsi e a giocare dopo mesi di inattività forzata, stare con gli amici, distrarsi dalla giornata scolastica trascorsa; ma anche una negativa dovuta alla preoccupazione di potersi ammalare e quindi con presenze a singhiozzo ma soprattutto la mancanza di concentrazione nello svolgere gli allenamenti proprio perché visti come momento di svago. Con l’inizio dell’anno calcistico 2021/2022 sembra essere tornati ad una sorta di normalità pre-covid anche perché le interruzioni sono state pochissime se non quasi nulle.”

Come si stanno evolvendo gli allenatori nell’epoca digitale?

“La tecnologia moderna offre diverse possibilità di aggiornarsi e di sviluppare esercizi o tattiche; sicuramente il portale Myaiac offre una infinità di corsi, lezioni, nel modo che ogni allenatore possa avere solo da scegliere. Quindi rinnovo il consiglio di aderire all’AIAC, nella sede territoriale di competenza, così da avere un grande ventaglio di opportunità.”

Quali aspetti positivi e quali negativi riscontrate tra gli allenatori delle nuove generazioni?

“Non voglio parlare di nuove generazioni, per evitare di fare di tutta un’erba un fascio; ma sicuramente i più giovani sono maggiormente propensi a concentrare la loro attenzione sugli esercizi con la palla. Ciò è molto importante visto che si gioca a calcio; dall’altro lato però si punta sempre di più a vincere la partita, e non alla crescita dei ragazzi. Quest’ultima deve essere fondamentale, invece, per chi allena soprattutto nelle scuole calcio. Debbo però precisare, che chi più chi meno, ormai sono tutti orientati all’uso dello strumento (la palla); ma più per inciso nella stragrande maggioranza del periodo di allenamento.”

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Intervista esclusiva a cura di Antonio Pisciotta
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