Maradona, la Procura: “Diego stava male e non lo curavano”
Nuove rivelazioni, altri dubbi, domande che attendono una risposta. I giudici della Fiscalia di San Isidro continuano a indagare sulla morte di Diego Armando Maradona anche grazie anche a un documentario di Infobae. Un medico aveva ordinato nuovi esami il 12 novembre, poi quattro giorni dopo i sintomi che avrebbero dovuto allarmare: stanchezza, cambiamento della voce e un evidente gonfiore. Ma il 18 novembre, una settimana prima del decesso avvenuto il 25, Leopoldo Luque si sbarazzò del medico con la classica scusa: «Diego non vuole più vederti». Poi le 400 pagine che raccolgono quanto ritrovato non solo nei due iPhone del Diez, ma anche e soprattutto nei telefoni di Luque e della psichiatra Agustina Cosachov (in totale l’indagine ha raggiunto le 3.400 pagine) e c’è anche la conferma che si era deciso un ricovero domiciliare alla fine di ottobre, poi saltato, non a Tigre, dove è morto, ma nella casa di campagna di Brandsen. «Quando peggio stava Maradona, meno si prendevano cura di lui». È questa la linea di pensiero dei giudici dopo aver analizzato tutto il materiale a disposizione e il fascicolo sarà a disposizione l’8 marzo della commissione medica convocata a La Plata.
POMARGO: CI SONO SOLDI PER TUTTI… Poi le parole di Max Pomargo, segretario di Diego e cognato dell’avvocato Matias Morla: «Non lasciate che le figlie se lo prendano…Se ce la caviamo ci sono soldi per tutti». Ma il primo interrogativo al quale dovrebbe rispondere la commissione di La Plata è però «se i medici che si prendevano cura di Maradona hanno giocato con la sua vita» che rappresenta la perizia numero 23. Ma anche le figlie Dalma e Giannina, che chiedono l’arresto di Luque e l’incriminazione di Morla, hanno presentato il loro perito, il cardiologo Sergio Victor Perrone che anni fa aveva visitato Maradona.
A cura di Roberto Zanni (CdS)
