Capitolo calcio Napoli, Albiol: “Taglio stipendi? Visto il momento non vedo il problema di trovare un accordo”

L'ex difensore del Napoli in una lunga intervista al CdS

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Nell’intervista rilasciata al CdS viene chiesto ad Albiol di parlare del Napoli, sulla stagione degli azzurri prima di questa sosta forzata a causa della pandemia Coronavirus.

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Ha mai parlato con Hamsik? Lui vive la Cina. «No, non ancora. Parlo invece con Callejon, Fabian, Ospina, Koulibaly e Allan. Con i terapisti. I vecchi amici del Napoli».

A proposito, divagazione: Mertens e Callejon sono in scadenza di contratto ed esiste il rischio che vadano via come ha fatto lei un anno fa. «Dries è un fenomeno, è speciale. E’ un top, un crack: anche con Benitez entrava dalla panchina e ti cambiava la partita. E’ sempre parso chiaro che fosse diverso dagli altri, a prescindere dal record di gol: tutti vogliamo vederlo ancora con la maglia del Napoli, me compreso, ma è ovvio che la scelta spetta a lui. E sarà una scelta di vita».

Anche Callejon è un grandissimo. «Assolutamente. Ma come Dries, José non ha più 22 anni e deve fare una scelta complessiva, familiare. Comunque, ora è impossibile parlare di mercato».

Per la verità è difficile parlare proprio di calcio. «Sì, in questo momento la priorità mondiale è la salute. E tra l’altro sarà difficile concludere i campionati: mancano due mesi a giugno e per recuperare la normalità bisogna attendere un bel po’. Magari anche quattro o cinque mesi».

Lei, a 34 anni, avrebbe potuto disputare l’ennesimo Europeo con la Spagna: ci ha pensato?
«Non so, forse c’era la possibilità o forse no. Però è più giusto che non si giochi e che saltino anche i Giochi di Tokyo. Lo sport è passato in secondo piano».

E pensare che quest’anno il campionato italiano era diventato appassionante sul serio. «Si, una bella corsa tra Juve, Inter e Lazio. Una grande Lazio, la vera sorpresa: nessuno se l’aspettava, ma ha dimostrato di essere fortissima e di avere anche la mentalità giusta per tenere il ritmo dei bianconeri».

La Champions è stata sospesa troppo tardi, secondo lei? «All’epoca nessuno s’aspettava una tale diffusione, ma ora è normale dire: sì, hanno sbagliato. Penso al Valencia, ad esempio, che ha giocato con l’Atalanta a Milano. Una delle zone più colpite in assoluto: penso tanto anche a loro, a tutta l’Italia oltre che alla Spagna, all’Europa, alla Cina e al mondo intero. Non esistono Nord, Sud e colori della pelle: siamo tutti uguali e uniti nell’amore. Sarebbe bello mantenere lo stesso spirito di solidarietà e fratellanza anche dopo questo casino».

Le manca il calcio? «Mi manca, certo. Mi manca la mia vita: i compagni, gli allenamenti, le partite. Ma bisogna restare a casa, punto e basta: il calcio è contatto; e il contatto è pericoloso».

Lei è stato sottoposto al test Covid-19? «Sì, e sono risultato negativo».

Comincia a emergere ovunque, intanto, la questione stipendi. O meglio, del taglio degli ingaggi dei calciatori. «Non so cosa accadrà, bisogna parlare con le società e arrivare a un accordo: è ovvio che i club perderanno soldi se non si concluderà la stagione, e così, considerando che dovremo stare fermi un bel po’, credo che la migliore soluzione sia accordarsi. Non immagino problemi: bisogna andare avanti insieme mano nella mano».

La Redazione

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