De Nicola: “Il ritiro è la mazzata finale, veramente scocciante”

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Alfonso De Nicola, ex medico sociale del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Marte durante la trasmissione Marte Sport Live: Mi spiace parlare di altri medici. Il professor Canonico è un grande professionista del settore, ma per la prima volta è responsabile di uno staff di una società di calcio, per quanto molto ben allestito. Non so il perché di un aumento degli infortuni, non so dirlo. Arkasiuz Milik ha una lesione addominale? Può succedere a tanti atleti, ne abbiamo avute anche altre in passato. Sono cose che capitano, non solo ai giocatori. Quanto starà fermo? La prognosi dipende molto dal calciatore stesso. Arek me lo ricordo come un ragazzo che si impegna al massimo. Dipende anche dal tipo di lesione e di problema. Da quello che leggo, si parla di un periodo fino a 30 giorni, questo vuol dire che potrebbe forse essere una lesione vera e propria di qualche centimetro. Si deve fare un’ecografia, è semplice da eseguire. La prognosi e la terapia vengono dopo una diagnosi di certezza e di precisione. La pubalgia? Non è una malattia, è un dolore al pube che può dipendere da tante cose, anche da lesioni nelle vicinanze. In passato avevamo un giocatore con un problema del genere che andò ad operarsi fuori ma tornò peggio di prima. Ora non gioca più nel Napoli, giochicchia altrove. Si chiamava Jonathan? Era de Guzman? Può darsi (ride, ndr). Sono andato via lo stesso anno dell’addio di Marek Hamsik? E’ stato un caso. Il legame tra di noi era quello di due persone che si vedevano tutti i giorni da dodici anni. Il nostro rapporto era e resta eccezionale. Guai chi me lo toccava, Marek! Nello spogliatoio mi prendevano in giro, dicevano che fosse mio figlio. Cosa penso dell’ammutinamento del Napoli per il ritiro? Quando manca il risultato, è normale che stai male, specie se ti porta una perdita economica notevole. Insomma, capisco che i dirigenti stiano male, perché si aspettavano altri risultati. Serve la pazienza, è la virtù dei forti. Con Raul Albiol certe cose non sarebbero successe? Non possiamo saperlo. Probabilmente altri giocatori avrebbero deciso di essere più tranquilli, ma non lo sappiamo. I calciatori non riescono a sopportare tutto questo stretto. Sono ragazzi, giocano a calcio e danno il massimo. Il ritiro è la mazzata finale, veramente scocciante. Anche per un giorno, è fastidioso, tant’è che il mister ha cercato di evitarlo”.

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