Il giornalista Antonio Corbo ha analizzato la sconfitta del Napoli di Ancelotti al San Paolo contro il Cagliari: “Maran le studia tutte per uscire indenne dalla notte dello sconforto. Dieci sconfitte e due pari sono ricordi che chiedono all’allenatore del Cagliari un’idea nuova. Più che alla fantasia si affida alla più ostinata prudenza ordinando marcature fisse, implacabili, ruvide in tutte le zone. Neanche lui poteva immaginare di ripartire con un risultato gigantesco, almeno quanto le sue paure. Un cinico contropiede felicemente chiuso da Castro in un finale intossicato, con Koulibaly che si fa espellere per aver reclamato un secondo prima addirittura un rigore. Ancelotti se l’aspettava, per dare una fisionomia imprevedibile al suo Napoli esaspera il turn over cambiandone come domenica a Lecce altri otto. Cambiare non è quasi mai una garanzia di successo, perché il Napoli si accorge di aver sbagliato la coppia d’attacco. Accanto a Mertens, rientrato per essere mente e cuore della squadra, ripropone un deludente Lozano che va a battere contro il roccioso Klavan, svilendo nello spazio angusto la sua migliore qualità: non gli serve essere veloce perché parte già alto ed è controllato con tutte le asperità del difensore estone. Non sa essere rapido nello stretto e perde il tempo su una facile conclusione per cambiare piede, il suo destro è debole e tardivo. Castro che sostituisce l’applaudito Rog e il centrale Oliva consolidano la protezione difensiva, per resistere alle aggressioni del Napoli, ispirato dallo scatenato Mertens che nel finale cerca sulle zone esterne, quasi sempre a sinistra, la chiave per buttare giù una porta che sembra blindata. Quel finale che riservava la beffa di Castro“.
