Il Napoli spaventa il Real e il City, poi l’organico e la panchina fanno la differenza

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Troppa differenza la panchina del Napoli è corta

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CONTRO IL REAL. Ci sono stati dei momenti in cui la squadra di Sarri ha fatto paura sia al Real che al City. L’avvio della partita del Bernabeu, con la rete di Insigne, aveva creato qualche imbarazzo a uno squadrone di marziani. Nel quartetto delle partite, è stata comunque la più difficile per il Napoli, l’unica in cui ha faticato davvero a tenere fede al suo credo. Ma nel finale, quando tutto sembrava compromesso, gli azzurri avevano avuto la forza di rientrare in partita, con qualche palla-gol sprecata. Al ritorno, per tutto il primo tempo il Napoli aveva sbalordito, il Real era sorpreso, intimorito, sotto di un gol alla fine del primo tempo avvertiva il rischio dell’eliminazione. Poi due capocciate di Sergio Ramos, su corner, avevano risolto i problemi del Real.

CONTRO IL CITY. Questa storia è ancora fresca. A Manchester, sofferenza pura nel primo tempo e rientro in partita nella ripresa, con la squadra di Guardiola costretta a difendere il 2-1 per tutto il secondo tempo. Al San Paolo, 20 minuti straordinari, a una velocità folle. E quando poi gli inglesi hanno rimontato, il Napoli ha avuto la forza e il carattere per rifarsi sotto, pareggiare e sfiorare il gol del 3-2 con Callejon.

Se non è all’altezza delle grandi è per la struttura del suo organico. Facciamo l’esempio di un ruolo: il regista del Napoli è Jorginho, ottimo giocatore, bella testa pensante, piedi eccellenti, ma in quella posizione il Real Madrid ha Kroos, il City ha Fernandinho. Il meglio del meglio. La crescita è del collettivo napoletano, capace di raggiungere un dimensione che va oltre i risultati e oltre le individualità.

Fonte: CdS

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