Il punto della situazione – di R. Muni: “Tre, il numero perfetto”

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Il Napoli ha vinto come la Juve. È questo il commento più utilizzato per definire la terza vittoria ottenuta dai Sarri’s boys in altrettante giornate di campionato. Uno dei limiti attribuiti alla squadra azzurra era quello di non riuscire a vincere le cosiddette partite sporche, essendo capace di fare bottino pieno solo giocando a ritmo sostenuto. Tale limite, costato punti preziosi durante la passata stagione, sarebbe stato, a dire degli opinionisti, la causa del gap tra il Napoli e la Juve. Evidentemente, il gruppo guidato dal tecnico di Figline deve aver fatto tesoro di queste critiche, apportando le dovute correzioni o, almeno, è questo l’auspicio. Quella ottenuta a Bologna, ancor più di quella conquistata contro l’Atalanta in rimonta, è il classico esempio di partita vinta pur giocando maluccio, grazie alla concretezza delle grandi squadre. Insigne, Milik - Verona-NapoliLe vittorie salgono a cinque, considerato il doppio confronto con il Nizza, nei preliminari di Champions, per cui, in altre parole, in questo inizio di stagione il Napoli ha saputo solo vincere, segnando tredici reti, con solo due gol al passivo. Premesso che è assolutamente prematuro ipotizzare alcunché a metà settembre, i numeri collezionati in questo primo scampolo di stagione lungo un mese, consente ai tifosi azzurri di alimentare entusiasmi di alta quota. Tornando al match del Dall’Ara, lo 0 a 3 finale è stato ottenuto dopo un’ora abbondante di apatia assoluta, con la squadra incapace di esprimersi ai suoi livelli. Apatia di gioco che ha assunto le sembianze di Marek Hamsik, ancora alla ricerca della condizione dei bei tempi. Fino al gol del vantaggio, il Napoli era stato imbrigliato dalla squadra felsinea, che ha persino impegnato Pepe Reina, chiamato ad esibirsi in due interventi impegnativi ad inizio gara. Con gli azzurri incapaci di sviluppare le classifiche trame del sarrismo, occorreva un calcio piazzato, piuttosto che un tiro dalla distanza per sbloccare il risultato…oppure il lampo del campione. Reina - Napoli-Atalanta-171Il lampo c’è stato, confezionato dalla coppia di ali schierate da Maurizio Sarri: Insigne ha ‘visto’ il taglio di Callejón e lo spagnolo l’ha messa dentro di testa. In realtà non è stato casuale il vantaggio, poiché l’ingresso di Zielinski al posto di capitan Hamsik ha cambiato l’inerzia di una partita che il Napoli faticava a metabolizzare. Proprio la sostituzione racchiude in se gli aspetti positivi e quelli negativi della partita. Cominciando da questi ultimi, la condizione di Marekiaro, ancora lontana dai livelli che tutti conosciamo, rappresenta un limite che costringe la squadra napoletana a viaggiare con le marce ridotte. Non è una novità che Hamsik, così come Insigne, raggiungano lentamente lo stato di forma ottimale, ragione per cui, i gridi di allarmismo sembrano fuori luogo e più adatti a chi conosce solo superficialmente i fatti di casa Napoli. Se il nostro capitano fatica ancora ad entrare in condizione, Piotr Zielinski viaggia già a mille e, chiamato in causa a partita in corso, è stato devastante (per gli avversari), ravvivando la manovra della squadra di Sarri. Le prestazioni sopra la media di Allan e Reina completano il quadro di una vittoria che potrebbe risultare preziosa a fine stagione. Se il Napoli vince partite così… Questo commento, molto diffuso, al pari del precedente, tra i tifosi azzurri, è servito a questi ultimi per giustificare i sogni di alta classifica. Non sono stati dello stesso avviso gli opinionisti che, tralasciando i meriti della squadra e di Sarri, ottimo nella scelta dei cambi, hanno ritenuto opportuno soffermarsi sulle difficoltà a scardinare il bunker rossoblu, durante la prima ora di gioco. Ghoulam-HamsikE’ la solita storia che si ripete: quello che per altre squadre viene considerato cinismo e concretezza, nel caso del Napoli diventano difficoltà e limiti. Il tre sembra essere il leitmotiv di questa stagione: facendo i debiti scongiuri, l’eventuale scudetto conquistato sarebbe il numero tre della storia del ciuccio. Ed il numero tre ricorre anche nelle prime tre giornate di campionato, in cui il Napoli ha realizzato nove reti, equamente distribuite. Chiosa finale sull’assurda motivazione con cui il giudice di appello ha ridotto la pena all’omicida di Ciro Esposito. Secondo il magistrato, infatti, il gesto omicida è stato nient’altro che una bravata e questa definizione rischia di diventare un pericolosissimo precedente. Se cinque colpi di pistola esplosi, di cui quattro andati a segno, dettati da motivi di razzismo, sono definiti una bravata, il rischio che la crisi sociale e di valori, che imperversa nel nostro paese, diventi una voragine incolmabile è elevatissimo. Avanti Napoli, Avanti!

Factory della Comunicazione

Riccardo Muni

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