Sarri gela tutti? Ma era solo una precisazione! O no?

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«Non ho un contratto lungo: l’anno prossimo sono a scadenza: c’è una clausola di uscita, una per me e una per il Napoli, a livello teorico potrebbe essere anche l’ultima».

Sarri risponde così alla domanda sulla programmazione del club per i prossimi tre anni legata alla sua presenza in panchina: una risposta quella del tecnico che apre spazio agli interrogativi sulla sua permanenza futura. Innanzitutto un chiarimento su quella che è la sua posizione contrattuale, in questo momento è vincolato da contratto al Napoli ma a giugno 2018 c’è una via di fuga sia per la società che per lui, ovemai una delle parti dovesse decidere d’interrompere il rapporto. Il club azzurro dovrebbe versare circa un milione di euro per chiudere il discorso con il tecnico toscano, Sarri invece ne dovrebbe versare circa otto.
Nel giorno in cui durante la presentazione di Insigne il presidente De Laurentiis ha sottolineato che sul contratto firmato da Lorenzo fino al 2022 non c’era l’esigenza di mettere una clausola rescissoria, il tecnico toscano ha rivelato per la prima volta in pubblico che sul suo contratto, rinnovato l’estate scorsa con raddoppio dell’ingaggio precedente (ora è di circa 1.4), invece ce ne è una fissata nel 2018: se non verrà fatta valere dalle parti l’accordo in automatico si prolungherebbe di altri due anni. E Sarri ha rimarcato che proprio in presenza di questa clausola è da considerare teoricamente un allenatore in scadenza e non con un contratto lungo, anche se poi ha ricordato che «i contratti mi interessano fino ad un certo punto visto che vengo dalla B e dalla C e sono stato a a scadenza per una vita».

La precisazione sulla natura del contratto è una frase che lascia aperti tutti i possibili scenari futuri in relazione al matrimonio tra lui e il presidente De Laurentiis. «Da cosa dipende la mia permanenza? Non lo so, non ho idea, non ci penso. Che risposta dovrei dare, poi domani magari mi prendo a testate con Aurelio: io ho detto che lo scudetto non è programmabile ma noi abbiamo l’obbligo di credere in un sogno»
La programmazione
L’allenatore del Napoli si è anche soffermato molto su questo concetto, sottolineando a più riprese che in questo momento lo scudetto non è programmabile dal club. «Penso che il Napoli attuale non può programmare uno scudetto: ci sono squadre troppo piu forti sotto tutti i punti di vista, noi dobbiamo cercare un livello che vada oltre la razionalità e vedere se nel calcio attuale c’è spazio per questi sogni. Trent’anni fa era più facile».

Poi più nel concreto spiega perché per il Napoli attuale non è programmabile lo scudetto e fa riferimento ai fatturati sottolineando la necessità da parte del club di aumentarlo per poter puntare al tricolore. «Penso che una società che ha il quarto-quinto fatturato in Italia non può programmare uno scudetto che rappresenterebbe un evento particolare. Se una società vuole puntare a vincere lo scudetto deve aumentare il fatturato ma non so dire come perché non faccio questo lavoro. Se si guarda in Europa è sempre più difficile farlo per chi ha il quinto o il sesto: l’anno scorso è successo in Inghilterra ma lì è più facile».
Uno dei passaggi per poter puntare allo scudetto è rappresentato dalla riconferma dei migliori elementi: in quest’ottica importantissimo è da considerare il rinnovo di Insigne fino al 2022. Sarri sottolinea l’importanza di ciò rimarcando però anche l’importanza di altri aspetti. «Questo ciclo del Napoli è un ciclo forte, poi se io fossi la società penserei anche ad altre cose perché ora siamo arrivati a un livello per cui o fai un passo avanti o lo fai o lo fai indietro, se riesci a farlo in avanti diventi una squadra e una società ancora più forte e alzi il livello di competitività. Per cui io sono contentissimo di rappresentare questo ciclo, però per un futuro a lungo raggio ci sarebbero tanti ragionamenti da fare».
Il presente
Il presente è la trasferta di Reggio Emilia contro il Sassuolo e la corsa Champions con il secondo posto da centrare, gli azzurri sono a meno due dalla Roma. «Questa partita nasconde le insidie di una squadra forte: il Sassuolo quest’anno ha pagato la sua prima presenza in Europa e un numero d’infortuni che non gli hanno consentito di ripetere il percorso dell’anno scorso ma sulla partita singola è pericolosissimo. Faremo di tutto per raggiungere il secondo posto ma il margine di errori deve essere ridottissimo e bisogna pensare a partita per partita perché le tabelle sono inutili». Margine di miglioramento che riguarda innanzitutto la diminuzione del numero dei gol subiti, come sottolineato da Sarri che ha esaltato i numeri dell’attacco e indicato nella crescita di Jorginho l’elemento per lui di maggiore soddisfazione

Fonte: Il Mattino

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