Ora Sarri lancia la sfida: «Voglio vincere a Napoli»

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Sarri ieri a Castelvolturno, ecco alcune domande dei colleghi riportate da il mattino

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«Guardiola ha detto che non intende ritirarsi prima dei sessant’anni? Lui a 37 anni era già al Barcellona e quindi può smettere prima: io dovrò allenare un po’ di più perché voglio vincere e farlo qui sarebbe il top in assoluto anche se è difficilissimo per tanti motivi».

Si riparte dalla Samp: quale risposta si attende dalla prima partita del 2017 e la preoccupa l’emergenza in difesa? «La squadra ha lavorato, forse anche troppo visto il poco tempo che abbiamo in stagione per poter stare tutti quanti insieme, poi risposte precise potremo averle solo dal campo. Chiriches è rientrato e ha svolto tutto l’allenamento, le sensazioni sono positive. In difesa abbiamo delle assenze ma ci sono giocatori pronti a sostituire gli assenti».

Che tipo di contruibuto si attende da Pavoletti? «In questi giorni doveva proseguire un lavoro specifico dopo l’infortunio e ha preso parte con noi solo a un’esercitazione tattica. Vedremo se potrà dare una mano subito, anche se la sensazione è che bisognerà aspettare ancora qualche giorno. Ha caratteristiche diverse dai nostri attaccanti e durante la stagione tornerà molto utile».

Napoli-Samp, ovvero Sarri contro Giampaolo? «Non credo molto alle sfide tra allenatori. Affronteremo la Samp che gioca un ottimo calcio, ha una grande pericolosità offensiva e una buona organizzazione difensiva ed è guidata da un tecnico che ha idee valide».

Prandelli ha detto che il Napoli gioca il miglior calcio d’Europa. «C’è però da trasformare la prestazione in risultato e questa non è proprio la nostra specialità. Anzi è il nostro limite sul quale stiamo lavorando, dobbiamo crescere a livello di mentalità per il salto di qualità».

Corretto dire che il Napoli non riesce a vincere le partite sporche? «Le buone prestazioni aiutano a ottenere il risultato, le partite sporche non si sposano con le nostre caratteristiche ma in quest’ultimo periodo stiamo pagando soprattutto per dei cali di attenzione e di applicazione».

Quali sono i rischi delle tante novità in difesa e a che punto è la crescita di Maksimovic dal punto di vista tattico? «Nelle ultime due partite abbiamo preso sei gol, quindi cambiare qualcosa non mi preoccupa in maniera particolare. Maksimovic sta lavorando tantissimo anche se è un processo non semplice perché deve cambiare il modo di pensare rispetto al passato: prima aveva come riferimento gli avversari, adesso invece ha la palla e non è semplice farlo dopo che per 15 anni giochi in un certo modo, soprattutto per i difensori. Poi magari è un mio limite non difendere in maniera diversa, comunque sia chi viene qui deve adeguarsi».

In città è scoppiata la febbre Real, difficile tenere lontano il pensiero dallo spogliatoio? «Sto pensando solo ed esclusivamente alla Samp, se cominciassi a pensare al Real Madrid un mese prima sarebbe un problema enorme per me e la squadra: in Champions sarà una sfida emozionante ma durante le mie vacanze ho visto sette partite della Samp e quattro dello Spezia».

Sui gol subiti quanto ha influito il fatto che le distanze tra i reparti siano diventate più ampie? «Più che altro è dipeso dal fatto che i centrocampisti hanno coperto poco la palla costringendo i difensori centrali ad indietreggiare per proteggere la giocata in profondità. Il Napoli è la seconda squadra d’Italia per tiri subiti, quindi direi che la fase difensiva funziona bene, poi se c’è un calo di attenzione o una palla persa puoi prendere qualche gol. In generale ci sta una rete incassata per una palla che sfugge al portiere o per un passaggio di un difensore intercettato, mi dispiace di più prendere tre gol in un momento della partita in cui non è assolutamente prevedibile».

A sinistra ci sarà Strinic o sposterà Hysaj? «Penso che sia dovuto fornire una chance a Strinic, poi vedremo se riuscirà a giocarsela bene: se dovesse giocarsela male penseremo a soluzioni alternative».

Chi è il secondo di Reina? «Può darsi che contro lo Spezia giochi uno e in quella successiva un altro. La storia dei portieri mi sta sui c… da anni: è un ruolo delicato, non c’è nè secondo nè terzo. Chi sta meglio giocherà al posto di Reina quando servirà».

Fonte: Il Mattino

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