Oddo (All. Udinese): “Il Napoli ha un collettivo che va oltre le qualità dei singoli. L’anno in azzurro è quello che porterò sempre nel cuore”

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Lo dice Arrigo Sacchi, ma potrebbe essere tranquillamente anche il motto di Massimo Oddo. «Solo il gioco salva, che tu voglia la Champions oppure restare in serie A». Il tecnico dell’Udinese che sabato ha fermato la marcia dell’Inter e di Spalletti dopo 17 giornate. Domani al San Paolo affronta il Napoli negli ottavi di Coppa Italia e per gli azzurri non sarà certo una passeggiata. Dopo che l’approdo di Oddo ha galvanizzato le ambizioni dei friulani.

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Oddo, come ha fatto a fermare l’Inter?
«Abbiamo lavorato come sempre, con grande impegno e intensità. Abbiamo cercato, con quelle che sono le nostre idee di calcio, di limitare le qualità dell’Inter. I ragazzi sono stati molto bravi a interpretare bene la partita. Molto bene nel secondo tempo mentre nel primo abbiamo sofferto un pochino di più. In linea generale abbiamo fatto un’ottima partita. Perché se riesci a fermare una squadra come l’Inter vuol dire che qualcosa di buono l’hai fatto».

Ma la sua Udinese dove vuole arrivare?
«Non ci poniamo limiti a lungo termini. Dobbiamo pensare partita dopo partita. Con l’obiettivo di crescere quotidianamente sia in allenamento che in partita».

In testa alla classifica c’è grande equilibrio. La differenza la faranno gli sconti diretti o le sfide con le medio piccole?
«In ogni partita ci sono tre punti in palio. La squadra che avrà più continuità, che terrà fisicamente fino in fondo, avrà la meglio sulle altre. Sono tutte squadre di assoluto valore, con caratteristiche diverse ma tutte di assoluto valore. Faccio fatica a dire chi è la favorita».

All’esordio ha affrontato il Napoli, l’altro giorno l’Inter. Che idea si è fatto delle due squadre?
«Ogni partita è una storia a sé: non ti puoi fare un’idea generale sulla base di due gare disputate. Inter e Napoli sono due squadre molto diverse: il Napoli ha un collettivo che va oltre le qualità dei singoli. Nel Napoli i singoli fanno la differenza perché sono ben supportati dall’intera squadra. L’Inter invece è una squadra più fisica, che vive un po’ di più su quelle che sono le proprie individualità. Vedi Borja Valero, Perisic, Icardi. Sono due squadre diverse ma entrambe molto forti».

Sarri dice: un conto è allenare una squadra che gioca ogni tre giorni, un altro ogni sette. Ha ragione?
«È assolutamente vero, posso dirlo sulla base dell’esperienza da calciatore. Quando giochi ogni tre giorni non hai il tempo per preparare al meglio una sfida. Personalmente quando preparo una gara inizio in maniera graduale già il martedì lavorando sulla fase offensiva, difensiva e di possesso. Quando giochi ogni tre giorni non puoi dedicare un giorno intero a un singolo aspetto. Devi comprimere tutto ed è più difficile soffermarsi sui dettagli».

Della sua esperienza a Napoli cosa le è rimasto?
«Tantissimo, è stata la mia prima grande squadra, anche se eravamo in Serie B. Vivere una stagione di alto livello a Napoli è come farla in Serie A. Un anno che è culminato con la vittoria del campionato. A Napoli vincere un campionato di Serie B è come vincerne uno di A. È stata un’esperienza importantissima per la mia crescita sia sotto il profilo professionale che umano. Un anno che porterò sempre nel mio cuore»

Qual è il segreto del cambio di passo della sua Udinese?
«Per fare un cambio di passo devi metterci tutto, sia in campo che fuori. Ed è quello che stiamo facendo adesso».

Cosa le piace di più del gioco di Sarri che affronta domani?
«L’organizzazione di squadra. E il sapersi muovere in relazione alla palla, al compagno e all’avversario. Ed è una cosa che poche squadre fanno. Tutto segue una logica ben definita e non in modo istintivo. E poi non si riesce mai ad avere punti di riferimento».

Da che parte sta. Di chi dice meglio vincere 1 a 0 o chi pensa che bisogna giocare bene per vincere?
«Non è detto che se giochi bene vinci: credo che se giochi bene, e giocar bene vuol dire anche giocare 90 minuti nella tua area ma difendendoti con ordine, dipende un po’ dal concetto, hai più probabilità di vincere».

Da ex terzino a terzino: l’assenza di Ghoulam può davvero essere stata alla base del calo degli azzurri?
«Assolutamente sì, credo che all’interno di un gruppo come il Napoli Ghoulam ha un ruolo particolarmente importante. E quindi la cosa non mi sorprende».

Chi sono gli allenatori a cui si ispira?
«Sono quelli che allenano le squadre facendo leva sul gruppo. In passato ho cercato, e cerco tuttora, di rubare un po’ da tutti, anche dagli allenatori attuali che non ho avuto ma che vedo lavorare».

Domani in Coppa Italia con che spirito affrontate la prima della classe?
«Col solito spirito: c’è in ballo il passaggio ai quarti della Tim Cup e sia noi che il Napoli vogliamo andare avanti. Mi aspetto una partita difficile come lo sono tutte. Una gara secca dove può succedere di tutto. Noi ce la giocheremo».

Il Mattino

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