La ‘ndrangheta ha venduto dei biglietti di Berlino 2015

PER LA FINALE DI CHAMPIONS JUVE-BARCELLONA

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La ‘ndrangheta voracemente interessata ai biglietti della Juve al punto da infiltrare la curva dello Stadium. La tesi dei pm di Torino nel processo Alto Piemonte, iniziato giovedì senza nessun dipendente bianconero alla sbarra, ha trovato conferma ieri nelle parole di un pentito: c’erano i clan calabresi dietro alla rivendita dei biglietti per la finale di Champions 2015. Il pentito Max Ungaro, legato alla cosca ormai smantellata dei fratelli Adolfo e Cosimo Crea, è intervenuto ieri in videoconferenza nel processo milanese per l’omicidio del 1983 del procuratore di Torino Bruno Caccia. E ha dichiarato: «Cosimo Crea si occupò del bagarinaggio dei biglietti di Juve-Barcellona e coi soldi illeciti che fece diede anche 2 mila euro a Placido Barresi». Si tratta del cognato di un altro altissimo esponente della mafia calabrese, Domenico Belfiore, già all’ergastolo come mandante del delitto Caccia.

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QUEL PRANZO

Le parole di Ungaro confermano precedenti dichiarazioni acquisite in Alto Piemonte. Così si incastra il puzzle mafia-ultrà bianconeri: non a caso, una informativa della Digos svela che Dino Mocciola, storico leader dei Drughi, dopo un’ aggressione nel 2009, si affidò addirittura a Barresi per chiedere protezione. Ungaro in aula ha aggiunto dell’altro sui ticket per Berlino: «In quell’operazione di spartizione di proventi venne coinvolto anche “Renatino” Macrì». Nipote prediletto di don Mario Ursini, vecchio capo ‘ndrangheta nel Torinese, Macrì è stato citato martedì in aula a Torino anche dall’ex boss Saverio Dominello. Il padre di Rocco (l’ex ultrà diventato interlocutore di alcuni manager Juve) ha raccontato di un pranzo con Renatino per pacificare i conflitti tra suo figlio e Andrea Puntorno, capo ultrà dei Bravi Ragazzi in galera dal 2012 per narcotraffico. Per i pm tutto sarebbe nato proprio da uno scontro sulla dotazione dei biglietti.

Fonte: gasport

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