L’ editoriale di Adolfo Mollichelli: “SE LA STORIA SI RIPETE”

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“Giorni caldi anche se fa fresco. E gli umori sono giù. Per la vicenda tutta da verificare del bomber dei bomber che avendo visto (abbastanza) Napoli e il Napoli avrebbe deciso di riscrivere il vecchio adagio e di non voler “morire” senza trofei di una certa valenza. Il dubbio è più che amletico: Higuain resta o va via? E se va via, dove?
Innanzitutto, va chiarito un concetto: la clausola rescissoria – dal punto di vista contrattuale – è un quid di estrema chiarezza. Se c’è un club che è disposto a pagare la cifra stabilita – e il giocatore interessato manifesta l’intenzione di troncare il rapporto in essere, rifiutando tra l’altro il rinnovo – ci sono poche difese che tengano. La società di appartenenza può velleitariamente spingere perché il giocatore fornisca le proprie prestazioni con la maglia di un club piuttosto che con quella di un altro. Ma fino ad un certo punto.
Noto con un certo piacere che nella piazza napoletana ci sono due correnti di pensiero. Ci sono quelli che affermano che si è sopravvissuti (calcisticamente parlando) al dopo Maradona e figuratevi! E quelli che definiscono Higuain un traditore, di sentimenti. Gli uni se ne farebbero una ragione della cessione dell’argentino in particolare se fosse rimpiazzato da più di un giocatore adatto al modulo di Sarri. Gli altri continuerebbero a non spiegarsi il “falso” amore, quel canto rinnegato sotto la curva. E, soprattutto, non tollererebbero di vedere Gonzalo con la casacca bianconera e nel caso ciò accadesse credo che in occasione di Napoli-Juve il sonoro del popolo sanpaolino sfonderebbe il muro del suono.
In questi casi, bisogna ragionare con freddezza. Mettere da parte le ragioni del cuore. E cercare di non commettere errori tecnici. Due le proposte ricevute da De Laurentiis: dall’Arsenal e dalla Juve. Gli inglesi offrono soldi (60 milioni) più Giroud nazionale francese. I bianconeri offrono più o meno la stessa cifra ma hanno contropartite tecniche molto interessanti: Zaza centravanti di ruolo, Pereyra versatile centrocampista, Rugani pupillo di Sarri, Mandragora prospetto di campione. Dovrà essere Sarri a operare le scelte più opportune. Se poi De Laurentiis riuscisse ad incassare dai richiedenti solo contanti potrebbe (dovrebbe) essere in grado di “fare il botto” come si dice.
Per concludere, un benvenuto a Giaccherini. Il “brasiliano” di Conte è un jolly autentico: centrocampista, esterno, attaccante. Lui e Tonelli, per qualche italiano in più che è sempre un bene”.

Factory della Comunicazione

A cura di Adolfo Mollichelli

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