L’ editoriale di Adolfo Mollichelli – “E se fosse forte anche senza il Pipita”

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“Tre gol al Nizza, cinque al Monaco. E va bene che si tratta di calcio agostano. Ma intanto l’Inter, per esempio, le becca di qua e di là e chiude anche con punteggi tennistici che sanno di vergogna. Il Napoli ha una sua identità ben precisa. Il gioco di Sarri è corale, aiuta tutti a rendere per il meglio: bravi e meno bravi. Lo zio Maurizio è il nuovo Sacchi: attraverso la conoscenza di tempi, movimenti e occupazione degli spazi la squadra azzurra si muove con un impeccabile sincronismo. Indipendentemente dagli interpreti. Perduto Higuain, ecco il Gabbiadini al centro del progetto offensivo che si muove a tempo e trova gli spazi giusti per incidere a suon di gol. Manolo è un fior di attaccante. Lo considero tra i migliori prodotti del vivaio italico. Mi auguro che non venga ceduto per rincorrere l’Icardi targato Wanda Nara. Con Gabbiadini e Milik si può andare avanti sulle ali dell’entusiasmo e della gioventù. Il bergamasco ed il polacco possono alternarsi ma anche fare coppia in determinati frangenti tattici.
Napoli più completo della scorsa stagione. E con rinforzi in ruoli chiave. Zielinski ha un gran futuro. Centrocampista moderno che sa agire da mezzala e da trequartista. Nell’Empoli l’ho visto talvolta sulla fascia ed anche il quella zona il polacco che si era infatuato del Liverpool ci sa fare. Se arriva anche Rog, Sarri potrà disporre di un centrocampo di altissimo livello. Resta da definire il problema portiere perché le condizioni fisiche di Reina destano più di una preoccupazione. Tra Sportiello e Sepe (non il cardinale!) preferirei il primo perché ha un colpo d’occhio che gli consente di intervenire anche in maniera salvifica, capace cioè di quelle parate doc che fanno gridare i telecronisti al miracolo. Prima che Gabbiadini facesse poker nella notte, Higuain esordiva a Londra nella Juve che ha battuto il West Ham. Il Pipita, in ritardo di condizione, ha giocato nella ripresa prendendo il posto di Mandzukic autore di un assist per Dybala e di un gol. A Napoli Higuain era un re, anzi il re. Nella Juve dovrà imparare anche a fare panchina, a non vedere il suo nome nella lista degli undici di partenza.
Stadio semivuoto nel vernissage con il Monaco. E ci può stare in una serata d’agosto. Inconcepibili, invece, le frasi poco gentili (ossimoro) indirizzate a De Laurentiis attraverso scritte sui muri e striscioni. Tornano fantasmi del passato. Un giorno all’improvviso sul precipizio dell’inciviltà”.

Factory della Comunicazione

A cura di Adolfo Mollichelli

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