Jorginho, il fulcro del gioco di Sarri, in attesa della Nazionale

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Jorginho, il punto fermo di Sarri, ha dato ancora conferma della sua importanza contro la Lazio, sabato sera. Il gioco arriva e riparte da lì, il punto di contatto fra difesa e attacco. La gara di sabato ha messo in evidenza quanto la sua regia sia diventata indispensabile.

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Primo col lancio che ha permesso a Callejon di segnare il gol del pareggio. Così come l’apertura per Zielinski che ha permesso a Mertens di segnare. Delle vere e proprie perle, indispensabili perchè i meccanismi di Sarri non si inceppino. La qualità di gioco del Napoli insomma, dipende moltissimo da Jorginho, che funge da filo conduttore.

Ma la crescita non è solo tecnica, qui si parla di un ragazzo che in campo si sbraccia, chiede palla. Sempre pronto per i suoi compagni, e non disdegna le verticalizzazioni.

Questa sua crescita sicuramente non sfuggirà a Di Biagio, il nuovo ct della Nazionale. Jorginho ha rinunciato alla Nazionale brasiliana perchè sposare la causa di quella italiana. Speriamo solo che il nuovo ct non faccia l’errore commesso da Ventura. Quest’ultimo lo convocò ma non gli ha dato mai spazio. Jorginho infatti giocò solo al San Siro nella gara di ritorno contro la Svezia per i play off, costati l’eliminazione dai Mondiali per l’Italia.

Su una cosa non c’è nessun dubbio però, Jorginho è il miglior metodista della Serie A. E Sarri ha saputo dargli la sua posizione naturale. Con Benitez, nel centrocampo a due, l’italo-brasiliano, non dava il meglio. Ma col tecnico toscano è tutto diverso, l’evoluzione è stata chiara a tutti, ed è sempre in crescita.

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