Il punto della situazione – di R. Muni – “Spalla a spalla”

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Spalla a spalla era il modo con cui Rafa Benitez diceva di volere il pubblico napoletano accanto alla squadra azzurra. Sarà perché negli ultimi giorni don Rafè è tornato a parlare di Napoli in termini lusinghieri, per definire il duello a distanza tra gli azzurri e la Roma è tornato in mente il concetto rafaelita. Spalla a spalla tra pubblico e squadra per spingere i Sarri’s boys verso la Champions diretta, cercando di spodestare la Roma, attualmente avanti agli azzurri di un punto. Insigne-MertensSpalla a spalla è anche la lotta al secondo posto. Nella quart’ultima giornata di campionato c’è stata botta e risposta: il Napoli si è sbarazzato del Cagliari con tre reti griffate Mertens&Insigne e la Roma ha sbancato San Siro rifilando un poker alla squadra di Montella, un Milan alla deriva. Solo ventiquattro ore è durato il sorpasso degli azzurri e un pizzico di delusione c’è stato tra i tifosi napoletani perché il successo della Roma in quel di San Siro non sembrava il risultato più probabile. Tuttavia, smaltita la delusione di domenica sera, il Napoli dovrà vincere tutte e tre le restanti partite, o almeno provarci, per non avere motivi di recriminazione. Tutto facile per gli azzurri contro i sardi, letteralmente travolti dal gioco entusiasmante, frutto del sarrismo applicato alla perfezione. Tutto talmente facile è sembrato per gli azzurri che stona il gol incassato al minuto novantadue, un gol tanto ininfluente quanto fastidioso. ReinaÈ innegabile che l’amaro in bocca per il gol subito dal cagliaritano Farias è stato tanto, poiché eravamo tutti già pronti ad annotare un nuovo clean sheet inanellato da Reina. Proprio il portiere spagnolo è stato tra quelli che hanno reagito peggio al gol della bandiera del ‘Casteddu’. Per il resto, Napoli perfetto e sempre più bello ed estasiante da guardare. Con Zielinski in campo, si sono alternate le azioni sulle due fasce, poiché il centrocampista polacco ha consentito lo sviluppo di azioni simili a quelle fatte da Hamsik a sinistra anche sulla zona opposta di campo. Difficile, quasi impossibile per gli ospiti, arginare la furia agonistica del Napoli. Nonostante il Napoli sia in piena corsa per il secondo posto, a tenere banco tra i tifosi è il trentesimo anniversario della conquista del primo storico scudetto. Ferlaino-MaradonaEra il 10 maggio del 1987, non c’erano le televisioni a pagamento e si giocava solo la domenica pomeriggio, senza anticipi, posticipi e spezzatini vari. Napoli era attaccata alla radio, a tutto il calcio minuto per minuto, mentre Maradona e compagnia si apprestavano a scrivere una pagina di storia del Napoli per certi aspetti epica. Un evento che cambiò per sempre la storia del ciuccio o, meglio, cambiarono il corso della storia che altri avrebbero voluto per le squadre meridionali. Chi ha più di quarant’anni ha avuto il privilegio di vivere quella storica domenica, le cui sensazioni sono difficilmente descrivibili. Anche se tutto questo è sacrosanto, sorge comunque un dubbio: è giusto festeggiare a distanza di trent’anni? È giusto organizzare eventi commemorativi del primo scudetto? Oppure si corre il rischio di diventare provinciali? È difficile trovare una risposta ed ognuno deve sentirsi libero di vivere il momento nel modo che ritiene più giusto. Solo vorrei poter rivivere quelle emozioni: assistere ad una nuova cavalcata vincente, rivivere la trepidazione della grande attesa, rivivere l’esplosione di gioia al triplice fischio. Napoli merita un nuovo scudetto, che prescinda da Maradona ma conquistato in nome del D10S. Avanti Napoli, Avanti!

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Riccardo Muni
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